domenica 8 novembre 2009

Storace andò alla guerra

Francesco Storace (04 luglio 2007): "An non è più la mia casa politica e non rappresenta più la destra. Fini mostra superficialità e superbia, con lui siamo passati da Salò ai salotti. Ha fatto l'inno del politeismo, proposto il voto agli immigrati, fatto discutere di Corano nelle scuole, ha detto che il fascismo è il male assoluto." Così si consumò lo strappo tra Fini e l'ex Ministro della Salute. All'epoca Fini disse che le motivazioni politiche erano inconsistenti, mentre Storace, tra la gioia di tutti quei forzisti desiderosi di ridimensionare AN, proseguì per la sua strada.

Il 10 novembre 2007 Daniela Santanchè confluisce ne "La Destra". Due giorni dopo dichiara: "non siamo un partito moderato, siamo un partito incazzato, con la bava alla bocca, che non darà tregua a chi tradisce" e nel frattempo critica Fini, reo di non applicare la meritocrazia, e La Russa, l'amico che l'ha tradita. Il 10 febbraio 2008 Daniela Santanchè viene nominata candidata premier, "La Destra" correrà da sola senza fare alleanze con il PDL. Storace: "Siamo rimasti impressionati dall'ovazione di ben cinque minuti tributata alla proposta di candidare la nostra portavoce Santanchè a Palazzo Chigi. Più in generale rimarco a tutti che se è nata La Destra è perché c'è sangue nella vene e non accettiamo giochetti".

Inizia la campagna elettorale, e Daniela Santanchè attacca i due leader del PdL con queste parole: "Fini è il peggiore dei traditori. E' solo un funzionario di partito", e poi: "Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do...". Nel frattempo Storace informa tutti che la canzone che più rappresenta il nuovo soggetto politico è "Non mollare" di Gigi D'Alessio (uh!).

Arrivano le elezioni che vanno maluccio (2,428% alla Camera), ma ci sono validi motivi per festeggiare: "A casa di una donna di destra, questa è una serata in cui si festeggia. È la sera in cui scompaiono i comunisti. E si fa giustizia dei venti mesi precedenti" - Daniela Santanchè, e ancora: "Abbiamo conquistato un milione di voti in quattro mesi e mezzo. Sono più di duecentomila al mese. Se tanto mi dà tanto...", poi nega ogni possibilità di accordo con Berlusconi. Il 27 settembre 2008 cambia idea e la "pasionaria" de La Destra decide di ricucire lo strappo col PdL, Storace non le dà credito e resta nel movimento politico da lui creato.

A novembre anche Storace cambia idea e apre al PdL: "Ho ascoltato con grande rispetto e interesse il rappresentante del Pdl: Quagliariello ha detto che magari un giorno ci ritroveremo nello stesso partito. Vorrei dire a Quagliariello che qua non ce n'è uno che vuole stare nello stesso partito con te. Basta fare l'analisi del sangue ai dirigenti della Destra" e definisce Berlusconi un amico, "ma la politica è un'altra cosa".

L'alleanza costruita in occasione delle europee è alquanto bizzarra (MPA, La Destra e Partito dei Pensionati) e su base nazionale raccoglie un misero 2,22%. Considerato il plebiscito di Lombardo (15%) in Sicilia è una debacle vera e propria. Arriviamo ad oggi, 8 novembre 2009, così parla lo stesso Storace: "A guardare le frequenti liti tra fondatori del Pdl e ministri, per non parlare delle vere e proprie scissioni in Sicilia, perché ce l'avevano con noi, che eravamo solo pochi deputati?" e si parla di "alleanze comuni per battere la sinistra, un patto valido ovunque e non a macchia di leopardo, noi non siamo l'Udc" (infatti l'UDC può essere l'ago della bilancia).

Non è difficile capire a chi ha fatto comodo questo teatrino. Rottura con Fini, AN (senza Storace) entra nel PdL, La Destra corre da sola e non sfonda, la Santanché abbandona la nave e torna a casa, Storace riapre al centro destra. Astinenza da potere o qualcuno (non tutto quel partito) ha fatto un favore che verrà ricompensato?

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