giovedì 5 novembre 2009

Al Giornale si torna a manganellare Fini

Una volta che finisci nell'occhio del ciclone non te ne perdonano una. Apri bocca e vieni subito zittito col solito ritornello di banalità e osservazioni stracotte. Ma quel che conta non è imbastire un discorso sensato, l'obiettivo è sempre quello di far rumore per zittire l'altra parte, illudendosi di darla a bere a tutte le persone. Al Giornale la nuova direzione si vanta per gli ottimi risultati commerciali, ma dovrebbe anche iniziare a riflettere sulla reputazione che sta costruendo tra chi non compra o non legge quel quotidiano. Feltri sta continuando la sua battaglia in difesa del fratello del datore di lavoro e forse dovrebbe avere la decenza di fermarsi adesso che è in tempo, perché rischia di venire inghiottito da questa serie infinita di scandali e discorsi senza senso che sta facendo.

Se ben ricordate tutto iniziò con Boffo e all'epoca venne usata l'espressione "cominciamo da..". L'evoluzione dei fatti scandalistici, cui tutti hanno assistito in questi mesi, ha mostrato come ci siano poche anime pie e, purtroppo, abbiamo una parte della stampa che non pubblica le notizie, ma le usa, senza pudore, come arma di ricatto (per conto terzi?). Feltri oggi ha detto di essere pronto a subire il rischio di "querele", cioè ha minacciato Fini di pubblicare notizie scomode sul suo conto. E' giornalismo questo? Un cronista che usa le notizie in questo modo si comporta in modo serio servendo la causa della diffusione dell'informazione? Lascio giudicare a tutti, soprattutto a quelli che si riempiono la bocca con la parola "libertà".

Ma oggi l'offensiva del Giornale non si ferma qui, Giancarlo Perna cala il jolly e punisce Fini per aver detto che Berlusconi spesso si crede un monarca assoluto. L'articolo parte con una breve confutazione della frase di Fini: Silvio non è assolutista perché ha un carattere gioioso, mentre il freddo Gianfranco controllava AN in modo dittatoriale. Accidenti, che profondità! Invidio Perna che studiando questo lato del carattere riesce a trarre questa conclusione generale.

L'articolo ha il merito di illustrare la "non logica" che parte della stampa usa. Se si vuole sostenere una tesi, una persona onesta porta elementi che la supportano, quando invece porta elementi denigratori, ma lontani dal cuore della tesi, opera un'abile mossa di manipolazione intellettuale. Fateci caso, l'articolo parte con una tesi, cioè re Silvo è buono, mentre Fini è cattivo. Poi però si passa a parlare non di rapporti all'interno dei partiti (il tema originale), ma si tirano fuori argomenti per delegittimare il Presidente della Camera. Si parla delle contraddizioni di Fini, come ad esempio family day, rapporto col fascismo, giudizi su immigrazione e droghe, ma questi fatti, seppur veri, portano un contributo alla tesi iniziale? No, sono semplicemente della polvere per spostare l'attenzione da un tema all'altro, così come suona male la difesa di Gasparri rimproverato da Fini per il caso Eluana (no dico, parliamo di Gasparri!! quello del tom tom e leggetevi cosa aveva detto in quei giorni). L'unica parte rilevante è quella sulle correnti, ma usare la frase "aboliamo le correnti" come prova di assolutismo è un comportamento avventato perché le differenze, tuttora esistenti, tra le correnti di AN sono enormi (pensate ad Alemanno e La Russa, c'è un abisso) e ad un certo punto mettevano a rischio la stabilità del partito stesso. Insomma si scrive la storia di Fini per nutrire la fame di omogeneizzazione che hanno i vassalli del monarca, quello vero però.

Bookmark and Share

Nessun commento:

Posta un commento