giovedì 26 novembre 2009

Più ingiustizia per tutti

Dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato il Lodo Alfano, la giustizia è diventata la priorità dell'esecutivo di Berlusconi. La cosa non stupisce più di tanto perché il nostro premier cerca sempre di sfuggire al controllo di qualunque organo di garanzia. Ma nel nuovo dibattito sono riemersi i soliti, fastidiosi, elementi di faziosità. Prendiamo una persona dall'aspetto serio, il Ministro Angelino Alfano. Quando va in tv ci ricorda le multe che l'Italia paga per le lungaggini della giustizia e ci dice che questa proposta ("prescrizione breve") si tradurrebbe in un risparmio economico. Ma se è indubbio il beneficio pecuniario, si può dire altrettanto sotto il punto di vista delle legalità? Forse no, perché il modo più veloce ed immediato per non incorrere nel rischio di sanzioni causate dai tempi giudiziari, è quello di evitare di celebrare qualunque processo. Se non fai processi come farai ad impiegare troppo tempo per portarli a termine?
Poi vi è pure tutto il discorso (patetico) sul numero di cause che verrebbero annullate. Alfano fa una stima statica e ci dice che ad oggi l'1% dei processi viene ucciso, peccato che ad ogni regola del legislatore corrisponda una reazione razionale dei soggetti (cioè noi!) e questa si traduce in una variazione della domanda di giustizia. Ecco perché l'analisi dinamica deve essere utilizzata per stimare gli effetti della "porcheria". Al tempo stesso è ridicolo il discorso sulla produttività dei giudici perché il sistema giudiziario può essere assimilato ad un qualunque servizio. Abbiamo i serventi e coloro che richiedono la prestazione, ma le cause (giudiziarie) presentano una eterogeneità tale da non potere essere considerate un insieme omogeneo. Comunque è evidente che se il sistema non riesce a soddisfare la domanda in tempi ragionevoli ci sono tre cause possibili coesistenti: risorse umane, norme e comportamento dei cittadini.

1) I magistrati fannulloni. E' il cavallo di battaglia dei pidiellini, del resto anche una grande lavoratrice come Alessandra Mussolini è scandalizzata per il fatto che lavorano 4 ore al giorno. Sia ben chiaro che 4 ore al giorno sono una cifra ridicola e il disappunto cresce se pensiamo alla percentuale di magistrati parassiti che ci saranno. Il fatto di avere una quota di scansafatiche è fisiologico, soprattutto in una categoria così numerosa. Però nel discorso sulle 4 ore gli accusatori si dimenticano di spiegare perché i tribunali sono aperti solo la mattina e, intanto che ci sono, potrebbero anche chiarirci le idee in merito ai vuoti d'organico. L'analisi dei berluscones in genere nasce e finisce qui, senza considerare il dimensionamento del sistema "giustizia".

2) Il modo in cui è strutturato il processo. Prima di fare paragoni (arditi) con la Gran Bretagna, la Francia e compagnia, sarebbe meglio analizzare i diversi ordinamenti giuridici per capire se le nazioni sono confrontabili. Mi risulta che siamo il paese che offre più vie d'uscita agli imputati. Le possibilità di tirarla per le lunghe e arrivare all'agognata prescrizione sono pressochè infinite. Questo provoca mancanza d'armonia nel sistema giuridico perché se qualcuno cerca di accorciare i tempi, qualcun altro non ha il minimo interesse a perseguire tale obiettivo. Da notare che in questo modo si tutelano gli imputati colpevoli rispetto a quelli veramente innocenti. E' chiaro che le parti offese sono l'ultima ruota del carro.

3) Andiamo sulle cose raffinate (si fa per dire..), ma nessuno parla della domanda di giustizia. Alfano ha detto che ci sono tre milioni di cause penali, e siamo in un paese di 60 mln di abitanti, ci rendiamo conto della gravità del dato? Ricapitoliamo perché emerge un bel quadretto. Da un lato vi è un sistema giudiziario sotto dimensionato, in parte svogliato, mentre dall'altra parte abbiamo un ordinamento che garantisce enormi vie di fuga per chi non vuole farsi processare. E' palese che sommando le due osservazioni si determina il comportamento razionale dei cittadini, i quali sono incentivati ad intraprendere quei comportamenti illegali che garantiscono dei benefici tali da giustificare il rischio (ridotto) di pagare per l'azione vietata.

Le proposte del PdL partono da una concezione deviata della giustizia, la si ritene uno strumento fastidioso che limita l'azione individuale. Questa idea è egocentrica e tipica di chi fa gli affari "borderline", ma è lontana dalla destra legalitaria che si basava sul concetto di libertà del singolo dopo il rispetto delle regole comuni (uguali per tutti).

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