Tutto il caos politico, messo in piedi da "Il Giornale" e promosso dai media berlusconiani per attaccare i ribelli "finiani", nasce da un'incongruenza di fondo. La legge elettorale, concepita da quella mente illuminata di Calderoli e ribattezzata da lui stesso "una porcata", conferisce un potere enorme alle segreterie di partito. E' ovvio che poi tra una formazione politica e l'altra vi sono notevoli differenze, il PD è il regno dell'anarchia, mentre PdL e Lega tendono al modello della caserma. Se la formazione di centro sinistra è lacerata da infinite lotte e scissioni interne in correnti, rigagnoli e individualisti, nel centro destra questo problema non si pone: la gerarchia è chiara per (quasi) tutti in ogni momento.
La porcata di Calderoli non è un incidente accidentale, ma è stata fatta per snaturare il rapporto storico che esisteva tra Governo, Parlamento e cittadini, al fine di favorire i signori Bossi e Berlusconi, i quali possono controllare il potere legislativo. Quando questa legge venne introdotta i fedeli difensori sostenevano che avrebbe finalmente risolto il problema delle disparità economiche tra i candidati, cioè che chi aveva più soldi riusciva a farsi più pubblicità e otteneva più preferenze, peccato che quel problema sia stato sostituito con l'invasione dei vassalli. Non che prima tutti i parlamentari fossero di assoluta indipendenza, ma oggi abbiamo un dilagare di quel fenomeno. Con la legge attuale alle elezioni politiche vi è già un ordine predefinito tra i candidati parlamentari e la spartizione delle poltrone è scelta secondo logiche interne ai partiti. Il Parlamento è popolato da numerosi personaggi che hanno il solo merito di assicurare fedeltà assoluta a chi le ha nominate, ma spesso risultano inadeguate per ricoprire ruoli di responsabilità.
Questa logica di fondo prevale nelle considerazioni de "Il Giornale", e la critica mossa ai finiani è proprio quella di non essere compatti a difesa del Cavaliere. L'esercito dei vassalli popola ormai da anni le aule parlamentari, i giornali e pure i talk show televisivi. In genere li riconosci perché l'unica loro idea è la difesa passionale del premier, e così le loro opinioni (oltre a coincidere con quelle del capo) si rimodellano nel tempo per giustificarne ogni comportamento ed esaltarne la magnificenza. Per fortuna non sono tutti così, ma è arrivata l'ora di dimostrarlo coi fatti.
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