Ennesimo capitolo della polemica (noiosa) tra "Repubblica" e "Corriere della Sera". Oggi Pierluigi Battista, noto oppositore del Governo, ha espresso il suo punto di vista sulla vicenda Gheddafi rifilando una stoccatina al quotidiano di Ezio Mauro. L'osservazione è piuttosto banale, ma parte dalla constatazione che Gheddafi, cioè quel leader libico che accolse come eroi i terroristi di Lockerbie, ha organizzato un convegno la cui iscrizione era aperta a 200 giovani donne. L'unico piccolo problema era che per partecipare a quella manifestazione, svoltasi a Roma a margine del vertice FAO, bisognava possedere dei requisiti estetici e non culturali o professionali. Qualcuno demonizza le ragazze che hanno partecipato, ma per onor di cronaca va pure ricordato che sono state pagate 50 euro per ascoltare l'illuminante discorso di Gheddafi, e considerato che non si prostituivano mi sembra ingeneroso biasimare una 18enne che decide di guadagnarsi qualcosina in quel modo.
Comunque il buon Battista vede un grande scandalo: "Repubblica" lancia le petizioni contro il premier (mai nominato nell'articolo) e non fa altrettanto con Gheddafi. Sacrilegio!
Mi sembra un ragionamento da bambini dell'asilo, la coerenza si mostra nei giudizi e applicando lo stesso metro a tutte le situazioni. Battista vuole trasformare questa forma di coerenza in qualcosa che è impossibile da osservare. Se la stessa azione la compiono uomini diversi è del tutto normale che le reazioni siano diverse nella forma, ma ciò che conta è che vi sia una integrità nei contenuti. Non è scandaloso che "Repubblica" lancia la petizione contro Mr B. a difesa della dignità delle donne, e non fa altrettanto contro Gheddafi, del resto siamo in Italia mica in Libia. Non si può scambiare la coerenza umana con l'automatismo, è un eccesso di zelo che se fosse portato all'estremo dimostrerebbe come nessuno sia coerente.
Sono veramente deluso da un "Corriere" che pubblica questi stralci di guerre editoriali e si dimentica di dare spazio alle riflessioni di editorialisti più validi.
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