Fabio Cannavaro aveva parlato chiaro:" tra scudetto e Champions non abbiamo preferenze, puntiamo a vincere ovunque". Per una volta una dichiarazione altisonante di personaggi juventini è stata seguita da una prestazione vincente (ma non convincente) in campionato. Il cinque a due di Bergamo è un buon risultato per i tre punti incamerati, ma finchè non verranno corretti alcuni difetti difensivi la squadra avrà sempre un andamento imprevedibile.
Una prima analisi della vittoria deve essere fatta partendo da alcuni presupposti. Dopo 11 giornate la Juventus aveva 7 punti di ritardo dall'Inter e solo 2 punti di vantaggio sul malatrattato Milan di Leonardo. La squadra aveva già perso due gare in campionato contro Palermo e Napoli, come nel 2008, ma si poteva consolare con una classifica soddisfacente in Champions League (anche se i 6 punti col Maccabi erano d'obbligo). Quel che non cambia sono i vizi legati all'impostazione in campo e alla difesa del risultato. Il cambiamento di mentalità è iniziato con la retrocessione in serie B, all'epoca arrivò Deschamps con l'oggetto misterioso Boumsong. Gol a raffica subiti in contropiede, ma si pensò che le colpe fossero tutte da attribuire al modesto centrale francese. Via Bum Bum (che salutò con un gol all'Inter in Coppa Italia), si tornò all'antico rispolverando Legrottaglie e adattando Chiellini come centrale. La coppia ha funzionato, i due hanno meritato la convocazione della nazionale, ma è restata l'incapacità di gestire il risultato e la cronica difficoltà a vincere contro squadre ordinate e impostate per giocare ripartenze veloci. L'anno scorso si è perso in questo modo con Palermo, Napoli, Cagliari e Udinese, tutte gare gettate al vento con questo filo conduttore comune, cioè gol subiti in contropiede, mentre quest'anno il vizietto è tornato a galla nella gara interna col Napoli e pure ieri sera, dove tra l'altro si è vinto grazie ad un attacco ispirato.
I gol di Valdes e Ceravolo sono due belle azioni orobiche, ma nascono da improvvise verticalizzazioni dei centrocampisti che eludono la tattica del fuorigioco bianconera. E' vero che la Juventus subisce due tiri e prende due gol, ma se sei impostato in modo da lasciare l'attaccante solo davanti a Buffon non potrai attenderti che questo. Diamo tempo a Ferrara, ma con Capello certi gol non si prendevano (e si subivano s'incazzava!) e la difesa resta sempre la chiave dietro ai successi in campionato.
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