Nei deliri quotidiani che ci regala il premier più rock degli ultimi 50 anni, ci mancava anche l'invettiva contro gli scrittori che raccontano le vicende di mafia. L'accusa formulata da quella mente acuta che governa l'Italia è quella di essere anti italiani perché raccontando i lati oscuri del paese fanno fare una brutta figura a tutta la nazione. L'esternazione del Presidente non mi stupisce perché le sue uscite hanno sempre dimostrato una scarsa lungimiranza e una mediocrità diffusa su tutti i temi, piuttosto potrebbe stupirmi sentire qualcuno che difende tale oscenità. Come è noto anche ai sassi la "stabilità" socio-politica che investe tutti i paesi dell'occidente è dovuta ad un'evoluzione culturale che è stata condivisa dalle masse popolari. Se oggi viviamo in una democrazia è grazie a tutte quelle persone che hanno pensato certi principi (che noi oggi riteniamo basilari e giusti) e li hanno inculcati nella testa di tutte quegli individui "normali" che vivono in contesti dove gli stessi principi erano negati. Le battaglie per la democrazia sono state vinte grazie al coinvolgimento diretto dell'intera popolazione, che ha condiviso certe idee al punto da arrivare a combattere per ottenere diritti e trasformazioni sociali.
Il premier ignora tutte queste riflessioni perché lui vive nel suo mondo fatato con le canzoni di Apicella, le cene a Palazzo Grazioli, le barzellette e gli affari dell'impero Fininvest: qualunque considerazione sull'evoluzione storica dell'individuo nella società esula dalle sue capacità e dai suoi interessi! L'invettiva contro gli scrittori conferma questa disamina. Per B. essere italiani significa essere fanatici: nascondere le debolezze ed esaltare i punti di forza. Ma un discorso così miope esclude qualunque possibilità di cambiamento e di miglioramento. Le trasformazioni sociali sono sempre avvenute quando i problemi sono stati affrontati di petto, quando sono stati nascosti o sminuiti non s'è mai ottenuto un cambiamento vero. La mafia non è un fenomeno che va analizzato punendo i colpevoli, ma ci sono anche alcuni atteggiamenti che certamente non vanno puniti, però devono essere corretti. E mi riferisco all'atteggiamento mentale di chi accetta la mafia. Certo si parla di persone che non entrano nelle organizzazioni mafiose, ma le rispettano e con questo atteggiamento tacito favoriscono il rafforzamento degli organismi criminali. Se non si riesce a cambiare il modo di pensare delle persone resteremo un paese incompiuto, in cui la lotta per la legalità sarà una guerra senza fine combattuta dalle forze dell'ordine.
L'opera degli scrittori che provano a trarre ispirazione dalla realtà per sensibilizzare l'opinione pubblica è di fondamentale importanza. Da un lato colpisce direttamente le persone che accettano questo stato delle cose, mentre dall'altro mostra a tutto il mondo un'istantanea sulla situazione sociale di alcune aree. In un paese dove si usa tanto la parola "fare", questo dovrebbe essere uno stimolo per migliorare e cambiare il modo di pensare. Quando invece si fa finta di fare, allora è più comodo nascondere i problemi e raccontare qualche barzelletta.
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