domenica 8 novembre 2009

Bossi alza il tiro, chi gli dice di no?

Quando Maroni ha alzato la testa per chiedere i finanziamenti necessari per trasformare in fatti le parole "lotta per la sicurezza", si è visto arrivare un rimprovero padronale dal suo capo partito. Umberto Bossi ha altri grilli per la testa e l'imminente banchetto regionale è una buona occasione per guadagnare posizioni strategiche capaci di generare ulteriore consenso. L'uomo simbolo della Lega Nord ha chiesto due piccole regioni come il Veneto e il Piemonte. E' superfluo ricordare come il calo dei consensi del centro destra non è tale da mettere in discussione (ad oggi) un trionfo alle prossime regionali, del resto se si replicasse il voto delle europee avremmo una significativa inversione di tendenza in molte regioni.

Preme sottolineare qualche piccola incoerenza. La Lega ha sempre avuto due cavalli di battaglia: "Roma ladrona" e la vicinanza con le popolazioni locali, o popoli padani. La scelta di mandare a casa un buon Governatore come Galan sarebbe però una nomina esclusivamente politica, figlia di una spartizione scientifica delle cariche dall'alto. La trattativa politica iniziata dopo le europee ha visto una Lega che, conscia di essere sempre più determinante per l'esecutivo, ha alzato il tiro chiedendo la poltrona di una delle due locomotive industriali. A quel punto Formigoni ha risposto picche, così Galan è diventato l'agnello da sacrificare per placare la fame del senatur.

Non so se metteranno Cota o Zaia al posto di Galan, vengono i brividi al sol pensiero ed è bene sperare che l'attuale Governatore del Veneto abbia il coraggio di non accettare alcuna poltrona di ripiego. Sarebbe bello vederlo correre da solo, senza inciuci con l'attuale opposizione (PD & co), per provare a fermare questa intromissione dall'alto nelle questioni locali. Del resto la sua sostituzione sarebbe dovuta all'indebolimento del PdL rispetto alla Lega e la scusa del "ma se hanno il 10% allora gli spetta qualche regione" (tratta dal manuale Cencelli) è buona per negare l'evidente rimescolamento, ma in politica non si fa beneficienza. E se la si fa c'è sempre un valido motivo.
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