sabato 23 gennaio 2010

Robin Hood e la lotta all'evasione

Quando nel 2006 Prodi vinse le elezioni che sancirono la scomparsa del centro sinistra italiano, non si riusciva a capire chi l'avesse votato. Era tutto un prendere le distanze dal Governo dei "comunisti" e dei Ministri impopolari, e il centro sinistra ha commesso l'enorme delitto di subire passivamente questo linciaggio mediatico senza proporre un'adeguata risposta. Forse i cervelloni dei DS, della Margherita e della sterminata miriade di partiti che componevano l'allegra "Armata Brancaleone", pensavano che gli italiani fossero immunizzati al populismo, ma si sbagliavano.

La rivolta di Berlusconi & co poggiava su due cardini: l'attacco (giusto) ad alcuni Ministri di dubbia capacità e il populismo di quarta categoria in campo economico. L'operato dei Pecoraro Scanio, Ferrero, Diliberto & co, ha creato un enorme malcontento nella popolazione moderata (anche di centro sinistra), e questi signori hanno compiuto il miracolo di far sparire i veri comunisti dal Parlamento italiano ed europeo. Il tutto in meno di due anni. Complimenti. Ma l'aspetto che più preme è la gestione della questione economica.

I 5 anni di Governo "liberale" (Berlusconi) hanno segnato una crescita economica imbarazzante, a maggior ragione se consideriamo l'ultimo triennio (2004/06). In quei tre anni l'Italia ha segnato un complessivo +3,42% (+1,5%; 0%; +1,9%). Nello stesso periodo la Germania ha fatto +4,35%, la Francia +4,36%, UK +6,66% e Spagna +11,19%. Insomma si reggeva il confronto solo con Germania e Francia, mentre il resto d'Europa cresceva a velocità doppia (e ora ci esaltiamo per qualche decimo di recessione in meno!). Contemporaneamente il deficit galoppava in libertà. La soglia del 3% era sfondata in tutta tranquillità, e poco importa se avremmo già dovuto centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio (previsto dal trattato di Maastricht), tanto pure Francia e Germania erano in deficit, seppur più leggero, e le rigorose norme europee erano state corrette in modo da accontentare i due giganti.

Nell'Aprile 2006 si sapeva che chiunque vincesse avrebbe poi dovuto fare i conti col bilancio pubblico. Padoa Schioppa ha compiuto un mezzo miracolo. In un solo anno ha riportato il deficit sotto il 2%, e forse bisognerebbe ringraziarlo. Quell'inversione di rotta ha permesso alla nave di non affondare sotto le cannonate di una crisi futura mai vista prima. E' stata una scelta previdente che si è declinata in un lieve aumento della pressione fiscale e in un forte rafforzamento della lotta all'evasione. Ma i futuri democratici non si sono preoccupati di spiegare al popolo il significato dell'espressione "responsabilità politica", ed è stato abbastanza facile trasformare un tentativo di aggiustamento dei conti pubblici in un'opera dei perfidi "comunisti (vampiri)" che godono nel rubare i soldi alle 60 milioni di anime pie che vivono nello stivale.

E' arrivato il Governo del fare con la sua mirabolante lotta all'evasione, culminata con la generosa sanatoria dello "scudo fiscale". Passi che siamo il paese che sta meglio al mondo, anche se non è vero. Passi pure che Tremonti è un Robin Hood, che propone la tassa contro le banche, e poi invece non muove un dito per scagliarsi contro un provvedimento che libera i "Giovanni re fasulli d'Inghilterra" (Fiorani, Tanzi, ecc..vedremo se poi sarà così). Ma sentire dire che la raccolta dell'evasione è merito di questo Governo è la più grande barzelletta del nuovo decennio.

Un controllo dell'Agenzia delle Entrate non dura due giorni, ma spesso mesi perché magari si può trattare di confrontare una dichiarazione dei redditi con uno stile di vita. Insomma, ci deve essere una presumevole certezza che il sospetto evada, e di norma non penso che vanno a chiederglielo direttamente. Ma il Governo del "fare" ha il pregio dell'istantaneità, fanno una legge e dopo un giorno si sentono già gli effetti. Un sessuologo lo potrebbe definire un effetto Viagra. Allora cosa dovremmo dire del D.L. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" in cui il limite dei pagamenti in contante passava da 5.000 a 12.500 euro, spariva l'obbligo di mettere il codice fiscale sugli assegni in "forma libera", saliva il limite per gli assegni e per i libretti di deposito al portatore. Anche queste norme rientravano nella lotta all'evasione?

Il vice di Feltri ci ha spiegato a Ballarò che le norme sulla tracciabilità dei pagamenti sono "norme da Stato di polizia in odore di comunismo". Ma quell'uso della tecnologia forse garantirebbe quell'equità sociale che noi italiani invochiamo solo quando subiamo qualche disservizo, e Sallusti potrebbe andare dagli americani a spiegar loro che sono comunisti.

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