martedì 19 gennaio 2010

Mentre la Juve sprofonda, il Milan risorge

Come sono lontani quei bei tempi in cui i milanisti non parlavano più di calcio. Sembra sia passata una vita, ma eravamo solo nello scorso mese di agosto (5 mesi fa) e per il Milan sembrava iniziare un calvario in cui l'allenatore pareva essere un buon manichino incapace di motivare i giocatori. A quei tempi il Milan era imbarazzante e la sconfitta nel derby aveva mostrato l'enorme gap che pareva esserci tra le due rose.

Resto sempre dell'idea che l'Inter sia superiore al Milan, ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, e bisogna riconoscere a Leonardo i suoi enormi meriti. Ha saputo creare "allegria" (anche se qualcuno vorrebbe che usasse la parola "amore", chissà perché?) in una squadra sfiduciata e sulle gambe, ha saputo rigenerare i due brasiliani più pagati dal club rossonero (Dida e Ronaldinho) coprendo in modo più che decoroso quel vuoto lasciato da Kakà e, soprattutto, ha sistemato la difesa. Sento molte critiche favorevoli a questo Milan e la maggior parte dei giornalisti si è sperticata in elogi al modulo offensivo, ma a mio modesto parere bisognerebbe esaltare la coppia di centrali rossoneri. Thiago Silva era un'enigma e ora si migliora gara dopo gara, mentre Nesta è tornato ai suoi livelli e al Mondiale farebbe comodo.

Nel complesso emerge una squadra che si è risollevata dalla crisi iniziale e ora sembra poter addirittura competere con la corazzata nerazzurra. In chiave scudetto vedo favorita l'Inter, ma il Milan potrà pensare di insidiarla se nel derby saprà sfruttare le assenze dei cugini.

Nel frattempo continua la via crucis bianconera. La sconfitta col Chievo ha portato la Juventus fuori dalla zona Champions, ma non ha portato all'esonero di Ferrara. Sulle capacità dell'allenatore napoletano ho molti dubbi, ma di certo non può essere considerato l'unico colpevole. Oltre alle logiche responsabilità imputabili a chi l'ha scelto bisognerebbe anche analizzare le scelte operate sul mercato. In un mio post (fazioso) avevo esaltato l'autonomia finanziaria della Juve, quel concetto resta sempre valido, ma qui si tratta di valutare cosa si è fatto dei quattrini investiti, e, purtroppo, le note sono dolenti. L'unico reparto che si salva è quello dei portieri, per il resto la situazione è da circo, e non può che migliorare (si spera).

In difesa i consigli per gli acquisti di Lippi hanno trasformato una discreta retroguardia in un groviera. Cannavaro è inguardabile, mentre Grosso non ha fatto fare alcun salto di qualità e lascia sempre scoperta la sua posizione. Sul fatto che l'eroe del Mondiale sia un difensore atipico ci sono pochi dubbi, ma le prestazioni di questi due campioni del Mondo ultratrentenni fanno quasi rimpiangere Legrottaglie e Molinaro. Entrambi sono tecnicamente meno dotati dei nuovi, ma Molinaro difendeva meglio (e crossava peggio, molto peggio), mentre Legrottaglie era ben affiatato con Chiellini. In definitiva, ad oggi, Cannavaro e Grosso hanno deluso, quasi quanto il tanto fustigato Felipe Melo.

Ma è per la strategia su centrocampo e attacco che la premiata ditta Secco - Blanc dovrebbe andarsene perché non ne hanno azzeccata mezza. I due super manager hanno sacrificato Marchionni e Zanetti per scrivere a bilancio plusvalenze ridicole, e se il beneficio contabile è trascurabile lo stesso non può essere detto per la perdita tecnica. Ora la Juve si trova con una trafila di centrocampisti centrali che sbagliano pure gli appoggi, ma non c'è da stupirsi se tieni i piedi fini di Melo, Sissoko e Poulsen, e contemporaneamente cedi Zanetti e parte Nedved. Nella Juve di Ferrara c'è una notevole carenza di qualità dovuta alle operazioni effettuate e all'età di alcuni giocatori cardine, ma molte cose erano prevedibili. Il tanto vituperato Ranieri aveva rispolverato Marchionni e l'alternativa a Camoranesi (in calo pauroso) era già pronta in casa, ma in nome di un nuovo progetto sono sparite le ali (ritiro di Pavel e cessione di Marchionni), salvo poi scoprire a metà stagione che la Juve non ha gioco sugli esterni.

In attacco invece c'è stato un disastro sfiorato. Gli intoccabili sono le due punte che stanno rendendo meno. Del Piero ha l'attenuante di arrivare da un lungo periodo di inattività, mentre Amauri resta un buon attaccante incapace di segnare con continuità. Ma l'assurdo è che per mesi, e anche di recente, si è parlato di vendere le altre due punte, che però hanno garantito punti e risultati (fino a quando non si sono infortunate). Trezeguet, quando sta bene, ha sempre segnato (7 gol), mentre Iaquinta è l'unico a mettere un po' di grinta, e col suo dinamismo rende un po' imprevedibile il gioco bianconero. Se vendono anche questi due la Juve rischia seriamente di finire la stagione fuori dalla zona Champions

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