La Juve ha perso pure con la Roma. Ranieri ha consumato la sua vendetta e sottoscrivo la sua scelta di non salutare la ciurmaglia di pseudo esperti che guida la gestione sportiva della Juventus. L'anno scorso il club bianconero era in lotta in campionato (avrà avuto almeno dieci punti in più), in corsa per la Champions e, udite, udite, anche l'anno scorso c'erano infortuni a palate. Bastò una sciagurata primavera per ascoltare i consigli di Lippi. Ranieri, a furor di popolo, fu esonerato, e Ferrara pareva una soluzione temporanea, ma due fondamentali vittorie nel calcio di maggio furono più che sufficienti per trasformare un rimedio in scelta progettuale.
Quello che è cambiato tra un anno e l'altro si deve solo riassumere nelle scelte operate da chi ha potere di firma. Bisogna sempre premettere che la Juventus paga l'inopportuna scelta di entrare nel listino di Borsa Italiana: crea un'ambiguità di fondo perché l'esasperata ricerca del risultato economico non si concilia con quello sportivo. Ma la storia del calcio insegna che si può vincere tutto con club che, da un punto di vista economico, sono disastrati, mentre è difficile avere il contrario (bei bilanci se non ottieni risultati).
Blanc e Secco non capiscono nulla di calcio, e le campagne acquisti lo testimoniano. Potranno fare un bello stadio e nascondersi dietro un bilancio decente, ma se il valore del club (come si misura? boh) includesse anche il potenziale dei giocatori, allora saremmo in pesante rosso. La difesa è emblematica. Due anni fa Criscito fu linciato dopo il suo primo errore a Roma, quando Totti segnò in fuorigioco. Molinaro è stato messo in croce perché non sa crossare, ma ora abbiamo invece quel fenomeno di Grosso (over 30!) che anche ieri ha causato un rigore. Purtroppo quello non è un terzino, e ogni partita crea almeno un'occasione colossale per gli avversari. Cannavaro (over 35) è stato preso per garantire esperienza, ma, oltre al fatto che è un ex-giocatore, non era meglio puntare per davvero su un giovane? La linea verde è solo di facciata perchè i giovani sono solo dei rincalzi.
La prima Juve di Moggi era andata a pescare Ferrara, che non era un bambino, ma neppure un ex giocatore all'epoca. E poi i Montero, Iuliano, mica fenomeni, ma per quelli si era pazientato. Poi ci sono i disastri in serie in mezzo al campo, di cui ho già scritto. Le sontuose plusvalenza segnate con Marchionni e Zanetti faranno gongolare gli investitori gonzi (perché ad investire nella Juve si è tali). E' un vero peccato che queste strabilianti scelte contabili verranno spazzate via dai mancati ricavi della Champions League. Nel complesso Blanc e Secco hanno fallito su un punto fondamentale: manca la spina dorsale, sebbene abbiano recuperato le risorse economiche per fare mercato tutti gli anni. Si è puntato su giocatori sopravvalutati, ma il cui habitat naturale è la squadretta, e la partenza dei giocatori di sostanza ha svuotato gli equilibri della squadra. Si sono comprati dei comprimari scambiandoli per giocatori di carattere. Un errore da Inter degli anni '90.
Poi c'è anche il capitolo della gestione tecnica. Col Milan tre gol subiti da corner. Per intenderci le squadre di Capello ne subivano tre all'anno in media. Poi vi sono pure gli errori in serie. Col Catania gol in contropiede al novantesimo, ieri l'espulsione di Buffon è nata da un calcio d'angolo a favore. E' la stessa situazione vista con gli etnei e la cosa dimostra quanto sia inadeguata la gestione tecnica. L'anno scorso Ranieri fu criticato per il gol in contropiede subito al novantesimo col Genoa, ma all'epoca si lottava per lo scudetto ed era giusto rischiare, ora la media è da serie B.
La verità è che la Juve di Ranieri, anche nei momenti difficili, dava l'impressione di essere una squadra, la squadra di Ferrara ha invece paura della sua ombra. Ma è anche tardi per cambiare allenatore. Si poteva prendere Spalletti, ma ora è allo Zenit e certe pressioni sono servite a qualcosa; si poteva pazientare con Ranieri, ma c'era a rischio il fondamentale secondo posto (per la cronaca ora siamo quinti); si parlava del Mancio, ma ora è al City. Sul mercato c'è solo Hiddink e alla Juve serve un vero allenatore. Poi a giugno ci sarà anche da togliere le cariche ai due cervelloni, ma quello è un altro discorso.
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