domenica 10 gennaio 2010

Le parole ignorate

Paolo Borsellino era un magistrato scomodo che lottava quotidianamente contro una delle più grandi organizzazioni criminali del mondo. Oggi, a più di 17 anni dalla sua tragica scomparsa, stiamo facendo enormi passi indietro, grazie ad una politica che è sempre pronta a ricordare le vittime di mafia, ma poi si dimentica di metterne in pratica i principi.

L'attuale responsabile della Giustizia, Angelino Alfano, espone con orgoglio i dati sulle confische e sugli arresti, ma la politica continua a tradire l'invito all'auto-pulizia interna che le veniva rivolto 20 anni fa. Recentemente il Parlamento ha respinto la richiesta a procedere contro Nicola Cosentino. Non è nelle mie intenzioni affermare che l'onorevole del PdL sia certamente colpevole, ma il comportamento dei parlamentari si può definire ostruzionista rispetto al lavoro di quei magistrati che provano ad accertare la verità dei fatti.

Buona parte dei parlamentari del PdL si sono stracciati le vesti quando si scoprì che Marrazzo ospitava dei transessuali e ne hanno (giustamente) chiesto le dimissioni, ma non vedo un comportamento paragonabile quando si tratta di reagire ad accuse ben più gravi, come ad esempio la contiguità coi mafiosi. Il reato di "concorso esterno in associazione mafiosa" è stato più volte messo in discussione da Berlusconi, che però non può pensare di essere un esperto in materia, o almeno non può illudersi di saperne di più rispetto a chi ha fatto dell'antimafia la sua ragione di vita.

Ad ogni sospetto abbiamo una chiusura a riccio della Casta, che ormai non stupisce. Nessuno, tranne quei comunistacci di Travaglio, Gomez, ecc, ha gridato allo scandalo quando alcuni giornalisti hanno costruito le solite trasmissioni negazioniste sul caso Cosentino.

Sarebbe bello confrontare l'atteggiamento di questi signori con le parole di quel giudice che tutti dicono di ammirare e a cui tutti dicono di ispirarsi. E' arrivata l'ora di mettere in pratica certi proclami, per dare un senso a tutte quelle commemorazioni che altrimenti sono prive di significato.

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