Dopo l'illusoria vittoria con l'Inter, la Juventus ha dato inizio ad una serie sconcertante di prestazioni. E' come se la gara con gli "odiati" rivali nerazzurri avesse assorbito tutte le energie dei bianconeri che, nello scontro diretto, hanno messo in campo un grande agonismo, mentre sono sembrati completamente confusi e svuotati nelle successive tre gare. La via crucis bianconera è iniziata in Champions League contro il Bayern Monaco. La Juve è stata semplicemente ridicolazzata e il 4 a 1 finale rispecchia in modo onesto l'andamento di una gara che non poteva essere giocata peggio. L'eliminazione dalla Champions è stata una mazzata inattesa, sia per l'euforia post vittoria (di nervi) con l'Inter che per la mediocrità della squadra tedesca.
Ma è proprio in queste situazioni che emerge il polso di una dirigenza che (ahimè) non è abituata a gestire un team calcistico. Blanc & co hanno il merito di aver presentato un bilancio in attivo, ma la Juventus resta, prima di tutto, un club sportivo. I dirigenti bianconeri così sono forse troppo ragionieri e troppo poco competenti, non sembra che capiscano molto di calcio e quando parlano sono costretti a travestirsi (maldestramente) da pseudo tifosi, al solo fine di raccogliere qualche simpatia tra i supporters.
Capita così che, a rileggerle oggi, certe sparate sulla terza stella risultano patetiche. Dopo la Waterloo di Champions la Juventus è naufragata pure in campionato dove è stata ridicolizzata dal Bari e dal modesto Catania. Sul banco degli imputati sono saliti i due neo acquisti, i brasiliani Diego e Felipe Melo, ma le responsabilità non sono solo loro. L'anno scorso la Juve aveva un allenatore diverso che ha pagato con l'esonero per alcune fragilità difensive costate molti punti. Le sconfitte del 2008/09 con Cagliari, Palermo, Napoli, Udinese,..(senza contare i pareggi interni con Lecce, Chievo,ecc) sono costati la panchina a Ranieri, ma oggi la squadra gioca peggio e non ha migliorato alcuno dei suoi difetti. La difesa continua a fare acqua e sbanda contro le squadre che puntano forte sul contropiede, il centrocampo è troppo scoperto (l'addio di Nedved pesa come un macigno) e l'attacco non può bastare.
Serve una svolta, l'arrivo di Bettega può svegliare un ambiente rassegnato, ma da solo non basta. Ferrara deve avere l'umiltà di ammettere certi errori strutturali e deve impostare una squadra più prudente e più grintosa. Il centrocampo a tre più Diego trequartista sta rovinando Melo (che gioca bene quando c'è Sissoko, chissà perché?) e lascia la difesa troppo scoperta davanti alle ripartenze avversarie. E Cannavaro, che magari farà un buon Mondiale, non ha più la forma per garantire una stagione di nove mesi al top.
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