lunedì 14 dicembre 2009

Gli idioti

L'aggressione fisica subita da Berlusconi è vergognosa, ma è ancora più disgustosa la serie di reazioni cui stiamo assistendo. Tra tutti quelli che hanno parlato si salvano i soliti noti, ovvero Bersani, Casini, Fini e Napolitano, tutti gli altri "politici" hanno perso una buona occasione per stare zitti.
Da Di Pietro a Rosy Bindi, da Capezzone a Cicchitto, abbiamo visto il solito teatrino con tante piccole persone che provano a scaricarsi reciprocamente le responsabilità del gesto per dare un senso alla loro insignificante attività politica. Non so se ha ragione Di Pietro quando dice che "lui è contro la violenza, ma va pure detto che Berlusconi istiga". Non so neanche se abbia ragione Rosy Bindi quando invita il premier a "non fare la vittima perché è lui uno degli artefici del clima violento". Al tempo stesso trovo ridicole e di pessimo gusto le parole di Capezzone e Cicchitto che individuano nell'opposizione il mandante occulto. Del resto anche un bambino dell'asilo capirebbe che il clima d'odio c'è e sono in tanti (troppi) ad alimentarlo con le loro dichiarazioni e reazioni, e di certo non siamo in un momento in cui bisogna scaricare le eventuali responsabilità sugli altri.
Tra tutti gli squallidi politichetti si erge un (brutto) giornalista: Alessandro Sallusti. Questa mattina su La7 ha detto che anche Casini è uno dei mandanti politici perché Di Pietro aizza l'odio e Casini ha dato la sua disponibilità ad un'alleanza "democratica". Ragionamento da imbecilli, con tutto il rispetto per i veri imbecilli, perché Casini è da ritenersi responsabile per le sue azioni e non per quelle di eventuali alleati. Comunque è l'intero gioco della "caccia al mandante" a sembrare idiota: il clima è pesante, le colpe sono condivise (basta leggersi le dichiarazioni degli attori in gioco) e solo un'ammissione di colpa collettiva può togliere il paese da questo stallo. Del resto lo sfregio è un atto violento e ancora più imbecille delle parole di Sallusti, ma non può diventare un pretesto per pretendere una beatificazione o un colpo di spugna su molti provvedimenti.
La solidarietà umana non deve al tempo stesso mancare perché ci può essere una forte divergenza di opinioni, ma questa non deve mai sfociare nella violenza, e chi giustifica un tale atto, cercando cause politiche, finisce per accettare il trattamento che il Tartaglia ha riservato al premier.

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