giovedì 17 dicembre 2009

L'insignificante giudizio di Schifani sui social network

Dall'alto della sua formidabile esperienza informatica, Renato Schifani ha sviluppato la sua proposta per regolamentare la rete. Purtroppo per noi, il Presidente del Senato non ha la più pallida idea di cosa sia la rete e quando si azzarda a paragonare i gruppi di "facebook" con quelli armati degli anni '70 dimostra la sua incompetenza. L'arrivo di Internet rappresenta un'innovazione radicale che può essere compresa solo usando il pc e interagendo con gli utenti, solo allora si possono comprendere i limiti del web e capire l'importanza di un uso responsabile della rete. Forse una vera battaglia educativa potrebbe essere condotta agendo sui minori e istruendoli ad un uso razionale del web, il che significa dare il giusto valore ai contenuti (principio della prudenza) e fidarsi poco degli adescatori on line. Queste sono le vere minacce del web, ma come è noto i minori non votano e così possono proliferare le chat in cui vecchi porci adescano minorenni.


L'avvento del web ha creato una situazione comunicativa che non ha precedenti e qualunque confronto con le tecnologie passate (radio, tv, stampa) è fuorviante.

Nelle proposte della Carlucci, di Schifani e dei soloni berlusconiani, vedo  il tentativo di banalizzare una realtà complessa ed eterogenea. Si prende spunto solo dagli episodi negativi  e questi vengono usati per dare l'etichetta dell'untore all'intero mondo del web. Ma se ragionassimo in questo modo allora dovremmo vietare tutto ciò che ci circonda, dalle auto, alle armi, del resto ogni cosa può diventare pericolosa.

Come già detto la rete è unica per diversi motivi. In primo luogo dobbiamo pensare alla varietà e quantità dei contenuti che possiamo trovare. Su Internet si trova di tutto, ma spetta poi al singolo utente valutarne affidabilità e pericolosità. Un altro aspetto concerne i meccanismi di comunicazione. Così come una telefonata è diversa da un'epistolare lo stesso vale per il web (dove tra l'altro si può comunicare in molti modi, MSN, blog, mail), ma qui c'è l'aggiunta dell'effetto "ciabatte". Dietro ad un monitor e con i piedi al calduccio siamo tutti più leoni e certi giudizi radicali (espressi da chi non si controlla) sono tipici della comunicazione in Internet. Non voglio giustificare la maleducazione e l'intolleranza di certi contenuti, ma il web non è un posto per i permalosi e ognuno ha la possibilità di scegliere come esprimersi. L'altro aspetto rilevante è che la scelta dei siti da visitare è autonoma, quindi, se escludiamo i banner pubblicitari, l'utente seleziona i contenuti che lo interessano.

Varietà, quantità, meccanismi di comunicazione e selezione dei contenuti, sono queste le vere novità di Internet e chi giudica la rete solo sulla base del successo di Grillo, del No B-Day e di quattro gruppi goliardici, dovrebbe solo tacere. Del resto i gruppi che inneggiano all'odio sono la quotidianità di "facebook", e scandalizzarsi solo per alcuni di essi rappresenta un comportamento scorretto, tipico dei finti liberali.

P.S. la morale di Schifani sul web vale quanto un mio giudizio sul football americano.

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