venerdì 7 gennaio 2011

Tremonti e i bambini

Quando parli con un bambino devi avere molta pazienza e devi anche capire che non puoi avere la pretesa di fare dei discorsi troppo articolati. Qualunque cittadino che si approccia con un esponente del PdL deve immaginare di avere davanti a sè un bambino. Niente discorsi complicati, parole semplici e, soprattutto, massima attenzione a stare sempre sul pezzo (niente voli pindarici). Bisogna affrontare un capitolo alla volta e bisogna avere la tranquillità per chiuderlo senza accettare il gioco del "buttiamo tutto in vacca", cosa in cui i pidiellini sono abilissimi. Parli di una cosa e sai già che il tuo interlocutore non ti risponderà nel merito, ma butterà un luogo comune su un argomento che non ha nulla a che fare con quanto dicevi. Alla fine è la retorica di Berlusconi, se sei in difficoltà ti conviene cambiare le regole del gioco o l'argomento della contesa.

Oggi mi va di parlare in merito al rapporto tra Tremonti, Governo e opposizione. Dopo 16 anni di intensa attività politica, il nostro amato premier rispolvera il quoziente familiare. Nessuno osa fare due domandine insignificanti. Perché non è stato fatto nei tempi di vacche grasse? E poi, c'è un legame tra la voglia di allargare la maggioranza all'UDC e il ritorno in auge di questo tormentone? La mia opinione è che Berlusconi usi la politica per i suoi interessi privati e per soddisfare il suo egocentrismo, quindi vi lascio immaginare le mie risposte. Di certo Tremonti fa bene a stringere i cordoni della borsa. I saldi non si toccano, sono quelli stabiliti nella Finanziaria (o come diavolo la chiamano ora) ed è necessario rispettarli per garantire la sostenibilità del debito pubblico italiano. Tremonti non si fida dei suoi compagni di sventura e, a conti fatti, fa bene. 

Il pidiellino ragiona però come un bambino e infatti l'osservazione più acuta che riesce a fare è la seguente. Ma come, i finiani prima attaccavano Tremonti per i tagli lineari, e ora invece lo difendono. Questo (secondo il pidiellino medio) basta per dimostrare che Silvio è un perseguitato e i finiani hanno la bava alla bocca, infatti il ragionamento è amplificato dagli acuti editoriali dei giornali berlusconiani. Il discorso sopra non è stato fatto da un bambino, ma da un onorevole del PdL, tale Bertolini. Basta però aver passato l'età delle poppate per capire che quel discorso è una cazzata. I saldi di bilancio si possono ottenere in infiniti modi. Un Governo è chiamato a fare delle scelte politiche per definire le priorità della sua azione e i settori in cui la spesa potrà essere aumentata o tagliata. Nel caso del Governo Berlusconi i saldi sono un punto fermo e, fino ad oggi, sono stati l'unica preoccupazione di Tremonti. La scelta di come si arriva ad ottenere quel risultato è però una scelta politica, e quindi si può tranquillamente gioire per il risultato senza però condividere fino in fondo i metodi. Per esempio sappiamo che ci saranno dei tagli nella scuola e nell'università, così come diminuiranno i trasferimenti alle regioni per il trasporto pubblico. La critica che si muove a Tremonti è proprio quella di dire che si poteva ottenere lo stesso traguardo, andando però a ridurre la spesa di altre voci (costi della politica, abolizione delle Provincie, ecc). Lo so, è un discorso talmente banale da essere offensivo, ma con i bambini bisogna essere pazienti.

Bookmark and Share

Nessun commento:

Posta un commento