Dopo il Tour 2010 sono arrivati i primi grossi trasferimenti nel mondo del ciclismo. Alberto Contador saluta l'Astana e va alla corte di Bjarne Riis. Nel frattempo i fratelli Schleck hanno annunciato il loro addio al team Saxo Bank e correranno nel 2011 in una nuova squadra avente come sponsor una società lussemburghese. Chiaramente non è chiaro se sia nato prima l'uovo o la gallina, ovvero se è stata la decisione di Contador a causare la partenza dei fratelli Schleck o se invece l'addio tra i due lussemburghesi e Riis era già programmato da tempo. Ma poco importa, questo sono solo dettagli di poco conto, così come è stucchevole un dibattito sulle motivazioni economiche dietro le scelte degli atleti: ai tifosi non credo interessi fare i conti in tasca al beniamino di turno.
Di certo la scelta di Contador è opinabile. All'Astana ha vissuto tre anni tormentati. Nel 2008 non ha potuto correre il Tour e ha dovuto ripiegare su Giro e Vuelta (vincendoli entrambi, ma incantando solo in Spagna). Nel 2009 ha vinto un Tour da separato in casa perché si è trovato a correre contro la sua stessa squadra. Nel 2010 ha rivinto il Tour de France senza ripetere le performance del 2009, però ha potuto contare su una squadra unita e costruita secondo le sue istruzioni. Insomma se doveva esserci un divorzio Astana - Contador era lecito aspettarselo negli anni passati. Il trasferimento nel team di Riis poi non mi entusiasma perché il danese è un manager abile nel programmare impegni e allenamenti, ma estremamente monotono e noioso nella gestione delle corse a tappe. Se c'è qualcuno che può guadagnare qualcosa dal mercato quello è infatti Andy Schleck. Senza gli ossessivi vincoli tattici può finalmente dare libero sfogo a quella sana pazzia che magari non riempie il palmares, ma riconcilia i tifosi con lo sport.
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