Il 2009/10 doveva essere l'anno della definitiva rinascita bianconera. Per gli addetti ai lavori la Juventus partiva alla pari con l'Inter di Mourinho. L'allora ct della nazionale, Marcello Lippi, si sbilanciò e dichiarò di vedere i bianconeri come favoriti principali per la corsa al tricolore. Ma dopo gli abbagli estivi, il tanto parlare sulla bravura di Alessio Secco, giovane direttore generale capace di portare a Torino quei giocatori (Felipe Melo e Diego) che avrebbero dovuto aiutare il club ad annullare il gap dai nerazzurri, e gli arditi parallelismi tra Ferrara e Guardiola, è arrivato il campo a stroncare le speranze juventine.
Quest'anno la Juventus parte dal fondo, non è favorita e si ha quasi l'impressione che alcune scelte scellerate (campagne acquisti 2008/09 e 09/10, più la cacciata di Ranieri) abbiano fatto fare diversi passi indietro al club più scudettato d'Italia. Gli acquisti della nuova gestione Marotta non sono esaltanti, nella migliore delle ipotesi sono delle scommesse per il futuro. Del resto ai vari Motta, Bonucci, Martinez e Pepe, non si può chiedere di trasformare una zucca in una carrozza, però si può pretendere un livello di gioco e di impegno superiore rispetto all'indegna stagione passata. La società dovrà essere brava nel proteggere i giovani perché saranno l'ossatura di un gruppo che dovrà aspirare a traguardi ambiziosi, ma che nel presente non può fare alcun miracolo. A tal fine sarebbe importante evitare situazione come quelle occorse ai Criscito e a Molinaro, giocatori vessati e maltrattati ingiustamente.
Va invece fatto un discorso diverso per il reparto offensivo dove il dualismo Diego - Del Piero sarà un tormentone che accompagnerà la stagione dei bianconeri. Il brasiliano sembrava in procinto di passare in Bundesliga, ma dopo alcune brillanti prove potrebbe esserci un ripensamento. Anzi, per completezza direi che Diego è emerso per la scarsa forma dei compagni di reparto. Del Piero deve capire che nell'interesse della Juventus non può pretendere una maglia da titolare. Trezeguet garantirà il solito contributo, sempre che non sia martoriato dagli infortuni, mentre Amauri è un'incognita. L'unico attaccante cedibile è Vincenzo Iaquinta perché non è più giovanissimo, non garantisce i gol di Trezeguet e si è dimostrato troppo fragile (ogni due per tre è infortunato). Ma se si procederà ad un sacrificio sarà necessario rinvestire i proventi per migliorare la squadra nelle zone in cui è più debole, cercando un terzino sinistro (De Ceglie vale più di Molinaro?) e un centrocampista centrale capace di giocare la palla.
Quest'anno la Juventus parte dal fondo, non è favorita e si ha quasi l'impressione che alcune scelte scellerate (campagne acquisti 2008/09 e 09/10, più la cacciata di Ranieri) abbiano fatto fare diversi passi indietro al club più scudettato d'Italia. Gli acquisti della nuova gestione Marotta non sono esaltanti, nella migliore delle ipotesi sono delle scommesse per il futuro. Del resto ai vari Motta, Bonucci, Martinez e Pepe, non si può chiedere di trasformare una zucca in una carrozza, però si può pretendere un livello di gioco e di impegno superiore rispetto all'indegna stagione passata. La società dovrà essere brava nel proteggere i giovani perché saranno l'ossatura di un gruppo che dovrà aspirare a traguardi ambiziosi, ma che nel presente non può fare alcun miracolo. A tal fine sarebbe importante evitare situazione come quelle occorse ai Criscito e a Molinaro, giocatori vessati e maltrattati ingiustamente.
Va invece fatto un discorso diverso per il reparto offensivo dove il dualismo Diego - Del Piero sarà un tormentone che accompagnerà la stagione dei bianconeri. Il brasiliano sembrava in procinto di passare in Bundesliga, ma dopo alcune brillanti prove potrebbe esserci un ripensamento. Anzi, per completezza direi che Diego è emerso per la scarsa forma dei compagni di reparto. Del Piero deve capire che nell'interesse della Juventus non può pretendere una maglia da titolare. Trezeguet garantirà il solito contributo, sempre che non sia martoriato dagli infortuni, mentre Amauri è un'incognita. L'unico attaccante cedibile è Vincenzo Iaquinta perché non è più giovanissimo, non garantisce i gol di Trezeguet e si è dimostrato troppo fragile (ogni due per tre è infortunato). Ma se si procederà ad un sacrificio sarà necessario rinvestire i proventi per migliorare la squadra nelle zone in cui è più debole, cercando un terzino sinistro (De Ceglie vale più di Molinaro?) e un centrocampista centrale capace di giocare la palla.
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