Dopo aver vestito la casacca di Warriors e Raptors, Marco Belinelli vestirà nel 2010/11 i colori dei New Orleans Hornets, dove giocherà con Paul e Stojakovic. Il trasferimento dell'ex Fortitudo era inatteso, ma certifica la delusione che circonda l'intera esperienza in NBA del bolognese.
Belinelli fu scelto al draft 2007 dai Golden State Warriors. Don Nelson, allenatore dei Warriors, lo riempì di elogi e gli esordi nell'insignificante Summer League furono un'illusione estiva. L'impatto con la stagione regolare è stato infatti devastante. Per due anni Belinelli ha dovuto lottare con una serie di piccoli problemi fisici che non gli hanno permesso di giocare con continuità e, soprattutto, ha dovuto vivere in un ambiente in cui non sentiva molta fiducia. Dopo gli elogi estivi del 2007, Don Nelson ha riservato a Belinelli un trattamento schizofrenico, alternando periodi in cui lo considerava titolare inamovibile, con altri in cui lo metteva in fondo alle rotazioni. Oltre alle scelte tecniche, Belinelli ha pagato anche il fatto di giocare in una franchigia in netto declino che, dopo il miracolo dei playoff 2007 (anno in cui eliminarono i Dallas Mavericks) non ha saputo ripetere quelle gesta. Il trasferimento ai Raptors è sembrato un toccasana perché a Toronto avrebbe trovato una squadra più ambiziosa e un ambiente più europeo. Ma anche in Canada ci sono stati grossi problemi. Triano ha usato Belinelli con più equilibrio, però l'ha trascurato nel disastroso finale di stagione dei Raptors, preferendogli dei giocatori meno tecnici e più atletici. Il passaggio agli Hornets è un punto decisivo per la carriera di Belinelli. Per l'ennesima volta troverà una franchigia che molto probabilmente non giocherà i playoff, ma deve capire quale può essere la sua collocazione nell'NBA. Sempre che ci sia spazio.
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