Il caso Marrazzo mette in evidenza tanti dei problemi che affliggono il sistema politico italiano e alcune caratteristiche del perbenismo nostrano. Innanzitutto è riemersa la questione del conflitto d'interesse. Berlusconi, in qualità di padre della Presidente di Mondadori, è venuto a sapere dell'esistenza del famigerato filmato, ha chiamato Marrazzo e gli ha garantito che nessuna delle sue società avrebbe comprato quel documento o pubblicato estratti da esso. Da buon primo Ministro ha dato anche l'esempio, invitando Marrazzo a pagare l'agenzia che deteneva il video per ritirarlo dal mercato. E' talmente superfluo ricordare che questa mossa del Cavaliere è una genialata (ma ad aver il controllo dei media l'avrebbero fatta tutti) che ho quasi vergogna a scrivere il resto. Non comprando il video, ma offrendolo al ricattato, Berlusconi si è mostrato generoso e corretto agli occhi dell'opinione pubblica. Al tempo stesso ha compiuto un'abile mossa politica, resa possibile dall'esistenza di un conflitto irrisolto, perché ha annullato la pericolosità di Marrazzo. Mentre alzava la cornetta e componeva il numero del Governatore del Lazio, sapeva che stava per demolire la credibilità politica del suo interlocutore., riducendolo ad un agnellino. Due piccioni con una fava.
C'è poi la questione del perbenismo italiano. Chi parla di "errore del Governatore" o usa espressioni del tipo "certe cose non devi farle in pubblico" non fa altro che avvalorare la tesi che esiste un'Italia bacchettona, e non è formata solo dai "paolotti". L'asticella che delimita ciò che è accettato dal popolo rispetto ai comportamenti proibiti si è spostata negli ultimi anni, ma alcuni atteggiamenti restano tabù e possono penalizzare la reputazione di chi li compie. Andare coi trans è una cosa scandalosa per l'italiano medio, e poco importa che quello sia un mercato florido e si pagano pure le prostitute donne (anche se trans non è sinonimo di prostituta). Trattasi di comportamento diffuso ma segreto, infatti il mondo dei transessuali sembra quasi essere una realtà parallela a quella quotidiana, che invece è allineata al buon senso. Nel momento in cui ha abbandonato l'autista per andare dall'amica Natali (o Brenda), Marrazzo sapeva di fare qualcosa che poteva distruggerlo come uomo pubblico, indipentemente dal vile ricatto messo in atto dai carabinieri. Bisogna quindi diffidare da quei giornalisti che si dicono garantisti, ma poi sono pronti a fare battutine se il comportamento non è allineato al senso comune. Quella carta stampata non è garantista, ma rappresenta l'espressione della cultura popolare. La storia dei ricatti nasce proprio da questa condizione abilitante, e Marrazzo non può essere perdonato (come politico) proprio perché ha accettato di tenere un comportamento che l'opinione pubblica non gli avrebbe perdonato e, implicitamente, ha accettato il rischio di essere ricattato.
La puntata di Annozero ha evidenziato la cronologia dei fatti, i personaggi coinvolti e una grandissima intervista a Fabrizio Corona. Sarà pure un estorsore, ma quando ha descritto la politica come un insieme di persone che hanno segreti da nascondere e che quindi sono costrette a farsi reciproci favori, ha raccontato una storia che oggi pare credibile. Per il resto da Santoro si è visto il solito spettacolo. Travaglio in grande forma ha ricordato che si può giudicare tutti con lo stesso metro, Storace e Polito han fatto una bella figura, mentre mi sono sembrati scontati sia Belpietro che la Serracchiani. Il primo sembrava non ascoltasse gli interventi degli altri (ha detto che Travaglio non ha parlato della decadenza del PD e dava la colpa ai ROS, vedersi il video sul tubo), mentre la seconda ha il pregio di saper tenere un confronto verbale con i lupi del PdL. Ma ieri c'era Storace, l'unico che a destra s'è preso un calcio nel sedere da Berlusconi, e l'attacco violento iniziale con cui l'eurodeputato ha provato a zittire Storace è parso fuori luogo.
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