lunedì 26 ottobre 2009

L'Italia del merito e il finto errore di Strasburgo

La moglie di Clemente Mastella è stata rinviata a giudizio dal gup. In questa triste storia di raccomandazioni e di ingerenze politiche esce rafforzata l’immagine di un Italia dove il merito e la trasparenza non trovano dimora. Più che il comportamento dei politici mi stupisce la complicità di tutte quelle persone (per Mastella si tratta di “povera gente”) che hanno deciso di usufruire di un canale preferenziale. Queste persone sono spesso le stesse che si fanno paladine della meritocrazia (a parole!), ma alla prova dei fatti fiutano il pericolo di non meritare la carica e finiscono per cedere alle lusinghe di una politica lieta di concedere favori e costruire reti clientelari. Poi la cosa diventa ancora più grave se pensiamo che molte di queste persone erano laureate, quindi teoricamente rappresentavano quella fetta della popolazione che può aspirare (per merito) ad incarichi di prestigio.
Preso atto che la meritocrazia è lontana dalla cultura italiana va anche ricordato che, mentre la signora Sandra Mastella è obbligata a stare alla larga dalla Campania, l’eurodeputato Clemente è chiamato a svolgere il suo ruolo di parlamentare europeo. La figura di Mastella è stata sempre discussa per l’incredibile peso politico nelle roccaforti campane, ma anche per comportamenti politici discutibili. Ministro della Giustizia col governo Prodi, Mastella ha dato un contributo decisivo nel determinarne la caduta e poi è stato premiato dal PdL che lo ha inserito nelle liste delle europee del 2009. Ecco, nel PdL fanno passare la presenza di Mastella come un fatto marginale, mentre non è così. L’elezione al parlamento europeo dipendeva, sulle base dell’attuale legge elettorale, da due condizioni. Innanzitutto bisognava essere nelle liste elettorali di un partito che, su base nazionale, raccogliesse una percentuale superiore al 4%. Poi bisognava prendere più preferenze rispetto ai compagni di partito inseriti nella propria circoscrizione. Mastella poteva contare su un grande consenso personale in Campania, ma aveva il problema di raggiungere la fatidica soglia di sbarramento. L’accorpamento con il PdL ha permesso a Mastella di trovare una tranquilla soluzione al problema del 4% e, di fatto, ha determinato la sua automatica ammissione al Parlamento Europeo, considerato che era inserito nell’area meridionale dove raccoglie grandi consensi. Sostenere che la sua elezione sarebbe stata inevitabile è sbagliato. Quale partito tra IDV, Lega Nord, PD e UDC, avrebbe avuto il coraggio di inserire Mastella nelle proprie liste? Al tempo stesso ogni discorso sul buon risultato personale ottenuto da Mastella è secondario, anche la Bonino, Pannella e Cappato hanno raccolto decine di migliaia di preferenze, ma, essendo inseriti in un partito che non ha raggiunto il 4%, sono fuori dal Parlamento Europeo.

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