domenica 25 ottobre 2009

I PERSONAGGI SCOMODI DELLA TV "ROSSA"

In tanti, compreso il sottoscritto, rimpiangono i tempi in cui Fabio Fazio conduceva "Quelli che il calcio". Quella trasmissione forse ha rappresentato il punto più alto della sua attività televisiva e il confronto con lo spettacolo trash messo in piede da Simona Ventura non si può neanche immaginare. Non regge perché l'idea originale è stata stravolta per fare posto ad un altro pezzo di tv demenziale. Fazio oggi conduce "Che tempo fa", a dire il vero lo fa da qualche anno, e svolge il suo lavoro con addosso l'etichetta scomoda del piantagrane sinistrorso. Oddio, non è nulla di grave, del resto se l'etichetta te l'attacca una pseudo destra totalitaria e permalosa come non mai, non c'è da preoccuparsi. Forse però a Fazio giova questa immagine di finto personaggio scomodo.
Prendete l'intervista di ieri sera con Antonio Di Pietro, leader dell'IDV. Un presentatore veramente critico (tipo Luttazzi nel 2001, do yu remember?) avrebbe preso al volo tutte le opportunità che offriva un intervistato scomodo come l'ex pm. L'unica occasione sfruttata da Fazio è stata invece quella di rimarcare la scarsa capacità di Di Pietro a costruire una frase chiara. Sai che coraggio! Del resto lo spirito da leone si è visto quando Di Pietro ha parlato dei processi per mafia, lì Fazio ha ricordato la necessità di avere un contraddittorio in studio (quindi prossima puntata ospitata di qualche mafioso per avere la controreplica?). Così come lo stesso Fazio ha tenuto a precisare che si dissocciava dagli applausi, esplosi spontanei nello studio quando Di Pietro ha apostofrato il governo con i suoi soliti aggettivi sbraitati. Precisazione superflua perché non ha senso associare l'opinione del conduttore con le reazioni del pubblico presente in studio.
Da personaggio scomodo moderno Fazio ospita la personalità politica meno desiderata dalla tv italiana, ma si guarda bene dall'affondare il colpo o dal costruire un ragionamento elaborato. L'intervista è stata a compartimenti stagni. La storia di Luttazzi ha insegnato che c'è un limite da non superare (se si vuole continuare a lavorare in tv) e Letterman resta lontano anni luce.
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2 commenti:

  1. ciao.
    Mi chiamo Flavia.Lieta di conoscerti.
    Vagando per il web sono arrivata a te. Ho letto il tuo post dopo aver visto nel TUBO l'intervista del "coraggioso FAZIO".
    Non è cambiato il piccolo Fabio dalla famosa intervista fatta a Travaglio.In quell'intervista si dissociava da tuttociò che era stato detto e chiese anche a scusa.Ora ha imparato anche lui a proteggere il suo stipendio.
    Si dissocia dagli applausi, continua a fare il finto tonto e non fa parlare chi lo fa sudare di paura.
    Poi dicono che la stampa non è libera.......
    Ciao
    Flavia

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  2. e dire che spesso provano a paragonare Fazio al trio che subì l'editto bulgaro (Biagi, Santoro e Luttazzi)..ma non c'è proprio storia! Quei tre hanno sempre argomentato il loro pensiero, mentre Fazio non sempre va in profondità. Purtroppo in Italia siamo convinti che non sia "corretto" parlare di certe cose e così ci accontentiamo di un "politicamente corretto" che non significa nulla

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