lunedì 26 ottobre 2009

La vittoria di Bersani

Mentre si scopre che il video, alla base del ricatto a Marrazzo, era stato offerto e rifiutato dalla Mondadori, si sono svolte le primarie del Partito Democratico. A parte le differenze storiche tra Franceschini e Bersani è stato necessario l'ausilio del web per aiutarmi a comprendere in cosa si differenziavano i loro programmi. L'election day del PD ha avuto un risultato netto, a maggior ragione se consideriamo che si presentavano tre candidati veri, e non sarà neppure necessario ricorrere al famigerato ballottaggio o ad un gesto da galantuomo di Franceschini. Come è noto il regolamento per le primarie impone il ballottaggio qualora il vincitore non superi il 50% delle preferenze, ma Franceschini aveva già garantito che nel caso lui non vincesse, avrebbe dato i suoi voti al primo classificato.
Bersani si attesta al 52%, Franceschini è al 34.1%, mentre Marino ha raddoppiato i voti degli iscritti e naviga vicino al 14%. Un'analisi approfondita dei risultati non mi sembra significativa perché il nuovo segretario avrà poco tempo per godersi questa vittoria, ma dovrà dedicarsi per garantire l'unità del partito. L'unico dato rilevante è l'exploit di Marino. Poco conosciuto nelle regioni meridionali, ma capace di ottenere buoni risultati nelle grandi città del Nord.
Come già detto il nuovo segretario sarà chiamato subito all'operatività. In particolare dovrà da un lato garantire coesione, limitando al minimo le possibili scissioni, mentre dall'altro dovrà recuperare credibilità tra un elettorato che ha dimostrato di saper apprezzare anche l'opposizione dura dell'IDV. Ma queste due scelte non sono così scontate. Decidere se accontentare gli scissionisti non è detto che sia un bene, così come non è assicurato che un'eventuale partenza della Binetti (soprattutto dopo che si è preso atto di quando è assente e come vota) sia un danno d'immagine. Le decisioni che dovrà prendere Bersani saranno delicate perché sarà richiesta la sua lungimiranza politica e capacità di selezione delle persone. L'impresa è ardua perché l'area politica del centro sinistra ha il problema cronico degli eccessivi personalismi, ma il tutto non è impossibile se il raffronto è con quanto fatto da Veltroni nel suo anno scarso di opposizione parlamentare.

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