Il nuovo libro di Bruno Vespa contiene un'intervista a Silvio Berlusconi che annuncia di non essere intenzionato a dimettersi, neanche davanti ad un giudizio negativo della magistratura. Detta così suona male perché i magistrati non fanno altro che compiere il loro mestiere e, con la bocciatura del Lodo Alfano, tornano d'attualità i processi che coinvolgono il Cavaliere. Le dichiarazioni del premier non rappresentano una novità, sono perfettamente in linea con la sua persona e le interviste che rilascia da una quindicina d'anni.
Stupisce la determinazione con cui Mr B. si ostina a delegittimare gli organi di controllo e preoccupa la visione dello stato che impone Berlusconi. La democrazia di Berlusconi è una concezione di stato che di democratico ha solo il nome, a essere un po' perspicaci si tratta di un assolutismo con legittimazione popolare. Il popolo vota, sceglie il leader, e questo deve avere la possibilità di governare. Tralasciando i discorsi sull'elezione diretta del premier, che in Italia non è prevista, resta aperta la discussione su cosa intendiamo per "possibilità di governare". La Costituzione usa parole diverse, e esprime una concezione di stato basata sulla separazione dei poteri. Parlamento, Governo e Giustizia sono le tre principali fonti di potere, si controllano a vicenda e dovrebbero costruire una sorta di panottico, in cui il controllo reciproco garantisce la legalità e previene gli illeciti. Per Berlusconi invece la possibilità di governare implica la libertà di fare quello che si vuole (e lui è l'unico benficiario). Essendo eletto dal popolo è al di sopra del giudizio di chi esercita un potere diverso e non è scelto dalla popolazione. Ma magistrato e politico non si possono giudicare con lo stesso metro, hanno finalità diverse e il ragionamento che strumentalizza la volontà popolare è insensato.
Oltre a queste perle sulla democrazia, Berlusconi ne regala un'altra. La campagna diffamatoria contro di lui danneggia l'Italia ed è orchestrata dal potente quotidiano diretto da Mauro (Repubblica) che ha in mano un'egemonia sul mercato mondiale dell'editoria. Mi pare improbabile, ma quando Vespa gli chiede se non pensa che la guerra Sky-Mediaset possa influenzare alcuni articoli dei giornali di Murdoch, Berlusconi è fantastico. Risponde di no, e dice che lui certe cose non le fa. Infatti con Boffo non hanno scritto nulla, così come con il dissidente Fini o lo stravagante Mesiano. La coerenza dell'incoerente.