sabato 3 luglio 2010

Parte la caccia a Contador. Basso cerca la doppietta storica

Quattro anni fa Ivan Basso doveva abbandonare il Tour de France scappando da un'uscita secondaria dell'hotel in cui alloggiava la CSC. Era il 2006: il varesino arrivava dalla vittoria straripante al Giro, il suo sodalizio con il chiaccherato Bjarne Rjis sembrava indistruttibile, e il Tour si annunciava come un duello italo tedesco con Jan Ullrich. Nessuno immaginava che in poco tempo potesse esplodere il finimondo. La Guardia Civil mandò infatti un fax contenente l'elenco degli atleti coinvolti nell'Operacion Puerto. Basso, su cui le voci si rincorrevano da fine Giro, venne estromesso, la carriera di Jan Ullrich finì in quel preciso istante, la squadra di Manolo Sainz - potente ex direttore della Once di Jaja e Zulle, all'epoca boss della Liberty Seguros che annoverava tra le sue fila Contador e Vinokourov se ben ricordo - fu demolita e cancellata dal ciclismo.

Sembra passata un'eternità, ma sono passati solo quattro anni e quell'inchiesta ha stravolto la storia del ciclismo. L'edizione 2006 del Tour è stata poi tormentata. Le esclusioni eccellenti non sono bastate per garantire che la competizione fosse pulita. Floyd Landis costruì un'impresa mostruosa nella tappa del Joux Plane, per riprendersi la maglia gialla persa ingenuamente qualche giorno prima e, dopo neanche 7 giorni, festeggiò sui Campi Elisi il suo primo Tour. Ma in quei momenti non sapeva che la sua gioia era effimera: dopo neanche una settimana arrivò la notizia della positività - riferita proprio alla tappa del Joux Plane - e la vittoria andò al semisconosciuto Oscar Pereiro Sio Quella vittoria sembrava sancire l'inzio di una nuova era per le grandi corse a tappe: gli italiani erano - e sono - ossessionati dal Giro e poco inclini a confrontarsi sulle strade francesi e spagnole; il vecchio padrone, Armstrong, aveva abbandonato l'attività agonistica da neanche un anno e i presunti eredi erano stati azzerati dall'inchiesta sul doping.

L'interregno è però durato pochissimo perché sulla scena mondiale si è affacciato un nuovo fenomeno, magari poco simpatico - anche se andrebbe prima conosciuto -, ma dallo scatto micidiale. Contador ha vinto il Tour del 2007 e quello del 2009. Nel 2008 ha ripiegato su Giro e Vuelta, vincendo entrambe le competizioni, e al Tour non è stato ammesso per una cervellotica decisione degli organizzatori francesi, tanto inquisitori e ottusamente sciovinisti da far impallidire i Torquemada nostrani. Per anni la società che gestisce il Tour ha lasciato a casa Pantani e Cipollini. Nessuno ha mai capito se le motivazioni fossero tecniche, etiche - ma allora aveva senso chiamare Richard Virenque, reo confesso su doping e abuso di Epo? - o soggettive. Con Contador nel 2008 la storia è stata un po' diversa: lo spagnolo pagò per le colpe del team in cui militava. Il Tour 2007 invece, se la memoria non m'inganna, fu quello della squalifica di Rasmussen, che stava dominando in maglia gialla, ma mentiva, apparentemente senza motivo, sulla comunicazione dei luoghi in cui si allenava. L'ex biker millantava di essere stato in Messico, ma Cassani l'aveva incrociato in Italia. Dopo la conferma di questa notizia Rabobank e organizzatori furono intransigenti: Rasmussen a casa e Contador festeggiò in giallo a Parigi. Nel mezzo della ben poco onorevole vicenda del danese ci fu anche il patatrac causato dai kazaki. Vinokourov, osannato da Bulbarelli, andò in crisi sulle prime montagne, e poi miracolosamente si destò e vinse qualche tappa (ricordo con certezza una cronometro). La scoperta che tale rinascita fosse artificiale fu la goccia che azzerò la credibilità dell'Astana, il team preparato dal governo kazako per rilevare la Liberty Seguros. Nel 2007 Contador non era nell'Astana, all'epoca era nella Discovery Channel, ma passò nel team kazako l'anno dopo e subì la punizione che l'organizzazione del Tour riservò all'Astana.

Tra una vittoria e l'altra - 2007 e 2009 - ci sono stati i disastri di Riccò. Da erede di Pantani ad impostore la strada è corta, basta vincere due gare con l'inganno e sottoporsi ai controlli antidoping obbligatori. Si sprecarono commenti sulla condotta del modenese e si lessero anche i soliti parallelismi superficiali col Pirata: ma Pantani non è mai stato trovato positivo, e la cosa non è un formalismo, bensì un dato di partenza. Comunque anche quell'edizione andò ad uno spagnolo, Carlos Sastre, e la Spagna ha così completato un quadriennio d'oro: 4 Tour con 3 ciclisti diversi.

Quest'anno si rischia il pokerissimo. Contador è strafavorito, ma la foresta di Arenberg può mescolare le carte. I rivali dovrebbero essere agguerriti. I fratelli Schleck, dopo lo scempio del Ventoux 2009, provano a ribaltare il pronostico. I due lussemberghesi sono ottimi ciclisti, ma non esaltano perché corrono col bilancino e non osano mai - e non è solo questione di gambe, ma anche di testa! -. Armstrong torna e si appresta a riabbandonare il ciclismo finito il Tour. Non so se potrà vincere, di certo mi aspetto qualche colpo basso nelle tappe "facili" perché altrimenti non ha la minima chance di vittoria. Basso forse è il più serio rivale di Contador, ma al Giro ha speso molto e per poter ben figurare deve poter contare su una squadra capace di render dura la corsa. Gli altri hanno meno possibilità. Evans ha finito il giro in calando e la cosa non è di buon auspicio. Sastre può al massimo ambire al podio e mi auguro che possa onorare qualche tappa di montagna. Menchov è stato inserito nella top five, ma al Tour non ha mai pienamente convinto.

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2 commenti:

  1. Sinceramente non me la sento di commentare in merito a questo articolo perchè di sport non ne capisco niente.volevo solo dire che ho aggiunto il link del tuo blog tra quelli che pubblicizzo sul mio. lo hai già visitato. Io dirigo il blog "la pars destruens". Se vuoi ricambiare ti ringrazio.ciao

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