Nel 2007 il Napoli festeggiò un meritato ritorno in serie A, e da allora la squadra è migliorata anno dopo anno. Ci sono stati, come spesso capita, alcuni passaggi a vuoto, ma la squadra è cresciuta costantemente. I momenti chiave dell'avventura in serie A del Napoli di De Laurentiis sono: 1) gli acquisti di Lavezzi e Hamsik nel 2007; 2) la partenza di Reja nel marzo 2009 e l'arrivo di Mazzarri nell' ottobre dello stesso anno, il tutto con in mezzo cinque mesi anonimi con Donadoni, allenatore che ha trovato una sua dimensione a Parma; 3) l'arrivo di Cavani nel 2010; 4) la partenza di Lavezzi nel 2012; 5) la cessione di Cavani nel 2013. Letta così, con due cessioni a concludere la storia, si potrebbe avere l'impressione (sbagliata) che la squadra abbia raggiunto un suo picco nella Belle Epoque dei tre tenori, e il futuro sarà necessariamente ricco di amarezze. Invece il Napoli si è mosso con grande furbizia.
Conosciamo le indubbie capacità comunicative di De Laurentiis. Alle volte il lamento è esagerato, tra fughe in motorino per protestare contro calendari nordisti (uh) e cerimonie di premiazione disertate manco fosse Usa - URSS dell'Olimpiade di Monaco. Ma la capacità gestionale, quindi la sostanza, c'è e non si discute. Il Napoli delle ultime due stagioni ha venduto i suoi due migliori talenti (o presunti tali perchè Hamsik è spesso sottovalutato) all'acquirente più liquido d'Europa: il PSG degli sceicchi, un club che paga un premio sul prezzo di mercato di qualunque giocatore. Ha cambiato allenatore, puntando su Benitez, vincente sottovalutato in Italia per via della disastrosa parentesi con l'Inter (sarà poi tutta colpa sua? No). Ma soprattutto ha barattato due tenori per un collettivo più equilibrato. Higuain è diverso da Cavani ed è difficile comparare questi due centravanti perchè per esprimersi al meglio necessitano di squadre diverse. Però Higuain ha più bisogno della squadra e questo è un bene perchè spinge molti "comprimari" a fare qualcosa in più rispetto al passato.
In generale l'impressione è che il Napoli sia più squadra e se si crea la giusta consapevolezza, unita all'entusiasmo (ma a Napoli questo non è un problema), la squadra possa raggiungere dei picchi che in passato non aveva mai raggiunto, superando il complesso d'inferiorità manifestato nei big match contro la Juve, dove lo schema era un'inaccetabile catenaccio nella speranza di un colpo di fortuna.
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