Calderoli è intervenuto chiedendo una riduzione dello stipendio dei calciatori ed ha anche chiesto una ridefinizione del premio previsto in caso di vittoria dei Mondiali. Come sempre la Lega Nord non si smentisce e parla ad una fetta di italiani che continua a manifestarle una fiducia incondizionata. Sulle capacità intellettuali di questi compatrioti nutro qualche forte dubbio, e spero di vedere una reazione intelligente davanti a questo populismo senza fine.
Le dichiarazioni di Calderoli sono populiste e, tanto per usare un'espressione abusata, parlano alla gente e al territorio. Nel parlare terra a terra non c'è nulla di male, ma il modesto parere del sottoscritto è che tale espressione assume un significato positivo solo quando vengono semplificate alcune nozioni al fine di coinvolgere la più ampia base possibile. Nella mia concezione si tratta di una divulgazione, di un parlare alla gente per solleticare la curiosità di sapere e per elevare le persone che, per svariati motivi (economici, sociali, ecc), hanno una cultura minore in alcuni settori. Il parlare alla gente nella concezione leghista è un ridicolo appiattimento sulle posizioni popolari. Tale atteggiamento è populista perché non eleva il cittadino medio, non lo obbliga a sforzarsi per capire, ma lo persuade dicendogli le cose che vorrebbe sentire. La complessità è sostituita con verità parziali e preconfezionate che, nella migliore delle ipotesi, sono palliativi.
Non ci vuole un Ministro della Repubblica per scoprire che i calciatori prendono "troppo" rispetto a milioni di cittadini onesti. Ma è anche vero che questo squilibrio economico è in atto da anni, e non è accettabile in tempi di crisi e neppure nei momenti di crescita economica. Il market momentum non può essere una discriminante per fissare i nostri parametri di morale e di etica.
Purtroppo gli stipendi dei calciatori sono fissati da un mercato, in cui non ci sono limiti, e tutto si risolve in una contrattazione tra soggetti privati: le società calcistiche e gli atleti. Lo Stato in tutto questo è solo interessato al rispetto delle leggi e al pagamento delle imposte sul lavoro. Fortunatamente ogni tentativo di trasformare lo Stato in arbitro "morale" e dispensatore di "etica" è naufragato, e la storia del Novecento (per i fortunati non analfabeti) è lì a dimostrarlo. Al massimo possiamo discutere su come spende i suoi soldi un imprenditore che ha beneficiato di aiuti di Stato, ma comunque più che fare le pulci sugli stipendi di Juve, Milan ed Inter, sarebbe utile riflettere sulla decisione di garantire l'anonimato per gli evasori che hanno beneficiato dello scudo fiscale al 5% (norma votata anche dalla Lega Nord e passata nonostante le casuali assenze di alcuni del PdL). Discorso diverso merita la decisione sul premio in caso di vittoria, lì può essere richiesto un impegno ai calciatori. Ma forse conviene diventar padani, tifare contro l'Italia (zeru premio!) e dimenticare le doppie poltrone dei leghisti, i criteri astrusi sulla cancellazione delle province (la provincia di Lodi salva con 225.000 abitanti), il nepotismo dell'Umberto e i sette anni di Governo in cui ben poche cose sono migliorate.
Le dichiarazioni di Calderoli sono populiste e, tanto per usare un'espressione abusata, parlano alla gente e al territorio. Nel parlare terra a terra non c'è nulla di male, ma il modesto parere del sottoscritto è che tale espressione assume un significato positivo solo quando vengono semplificate alcune nozioni al fine di coinvolgere la più ampia base possibile. Nella mia concezione si tratta di una divulgazione, di un parlare alla gente per solleticare la curiosità di sapere e per elevare le persone che, per svariati motivi (economici, sociali, ecc), hanno una cultura minore in alcuni settori. Il parlare alla gente nella concezione leghista è un ridicolo appiattimento sulle posizioni popolari. Tale atteggiamento è populista perché non eleva il cittadino medio, non lo obbliga a sforzarsi per capire, ma lo persuade dicendogli le cose che vorrebbe sentire. La complessità è sostituita con verità parziali e preconfezionate che, nella migliore delle ipotesi, sono palliativi.
Non ci vuole un Ministro della Repubblica per scoprire che i calciatori prendono "troppo" rispetto a milioni di cittadini onesti. Ma è anche vero che questo squilibrio economico è in atto da anni, e non è accettabile in tempi di crisi e neppure nei momenti di crescita economica. Il market momentum non può essere una discriminante per fissare i nostri parametri di morale e di etica.
Purtroppo gli stipendi dei calciatori sono fissati da un mercato, in cui non ci sono limiti, e tutto si risolve in una contrattazione tra soggetti privati: le società calcistiche e gli atleti. Lo Stato in tutto questo è solo interessato al rispetto delle leggi e al pagamento delle imposte sul lavoro. Fortunatamente ogni tentativo di trasformare lo Stato in arbitro "morale" e dispensatore di "etica" è naufragato, e la storia del Novecento (per i fortunati non analfabeti) è lì a dimostrarlo. Al massimo possiamo discutere su come spende i suoi soldi un imprenditore che ha beneficiato di aiuti di Stato, ma comunque più che fare le pulci sugli stipendi di Juve, Milan ed Inter, sarebbe utile riflettere sulla decisione di garantire l'anonimato per gli evasori che hanno beneficiato dello scudo fiscale al 5% (norma votata anche dalla Lega Nord e passata nonostante le casuali assenze di alcuni del PdL). Discorso diverso merita la decisione sul premio in caso di vittoria, lì può essere richiesto un impegno ai calciatori. Ma forse conviene diventar padani, tifare contro l'Italia (zeru premio!) e dimenticare le doppie poltrone dei leghisti, i criteri astrusi sulla cancellazione delle province (la provincia di Lodi salva con 225.000 abitanti), il nepotismo dell'Umberto e i sette anni di Governo in cui ben poche cose sono migliorate.
Calderoli ha ragione, abbiamo un a disoccupazione galoppante, stipendi da fame ...mentre allenatori, giocatori sono pagati come fossero nababbi???!!!
RispondiElimina......soprattutto le buone uscite...azz....un calciatore magari se ne sta in panchina 6 mesi l'anno e percepisce pure lo stipendio??!! ...una decina di milioni di euro per aver scaldato la panchina, causa magari un malanno...!
Un allenatore fa 3 mesi in una squadra, gli va pure male se ne va e come premio buona uscita altri 10 milioni di euro!!???...E no cari miei...ca' nisciuno è fesso!!!
Italiani svegliaaaaaa!!!
mi sembra che sei piuttosto confuso su cosa conviene allo Stato, cosa può fare un imprenditore, e cosa è etico nella società. Non c'è etica di Stato (per fortuna). Se Milan, Juve, Inter, riducessero gli stipendi, quel risparmio andrebbe nelle tasche dei proprietari di quei club, e non penso che lo regalerebbero ai dipendenti delle loro società..poi siamo liberi di credere al contrario e continuare a pensare che gli asini volano
RispondiEliminaBeh sarebbe abbastanza mettere dei paletti agli acquisti.....oltre una certa soglia ci si ferma!!!
RispondiEliminaNulla è impossibile!
l'etica la fanno i cittadini non lo Stato. Se ritenete ingiusto che nel calcio girino certi soldi, allora fate uno sciopero intelligente. Niente stadio, niente abbonamenti alle pay-tv..in caso contrario è solo invidia sociale.
RispondiEliminaI paletti agli acquisti cosa cambiano per le casse pubbliche? E' molto immorale vedere gente che butta via lo stipendio alle slot machines, ma lì nessuno si lamenta. Ognuno coi suoi soldi può fare quello che vuole