Il nostro Ministro dell'Economia è al centro di un interessante dibattito, che è stato avviato dalla Fondazione di Montezemolo, e ne mette in dubbio la coerenza nell'azione politica (e nelle esternazioni).
Tremonti, come ahimè capita spesso, si è ben guardato dal rispondere nel merito e ha tirato fuori quell'atteggiamento anti - snob che cattura simpatia a destra, ma a ben vedere non risolve nulla. Possiamo dire che le Fondazioni sono "di moda" e che sono fatte da persone le quali non sanno cosa fare nel tempo libero, ma qui non si tratta di giudicare l'affidabilità e la gestione del tempo da parte del Montezemolo di turno. Piuttosto si tratta di capire qual'è la visione economica del Ministro dell'Economia.
Ad oggi Tremonti è stato un uomo per tutte le stagioni, e se la cosa, per qualche bizzarro politologo, può essere un merito politico, non si può dire certamente la stessa cosa se usassimo altri parametri (coerenza nel pensiero e capacità di produrre un'idea "forte" perché resiste al market momentum). So già che qualche berlusconiano, o leghista, potrebbe obiettare che la stessa cosa potrebbe essere detta per giudicare Gianfranco Fini, ma la sottile differenza risiede nel fatto che i cambiamenti del Tremonti pensiero sono sempre andati di pari passo con la pancia del paese, mentre Fini si è smarcato al punto tale da rompere con parte dell'area politica da cui proveniva. Sono questi fattori che mi fanno pensare che in un caso (Fini) vi sia una maturazione politica, mentre nell'altro c'è solo una caccia al consenso di breve termine, e quest'ultimo atteggiamento non produce alcun vero beneficio per il paese.
Le banche fanno affari d'oro e il sistema sembra infallibile, Tremonti è un accanito sostenitore della finanza creativa, promuove cartolarizzazioni e non veste di certo i panni del Robin Hood. Ci sono venti di crisi e tutti i professori d'economia annunciano tempi di magra (biennio 2007/08), Tremonti scrive un best seller che sembra sconfessare tutto quello che diceva in passato. Per non parlare poi della confusione a livello commerciale, un giorno propone i dazi contro la Cina, ed ora compie una nuova svolta liberale. Queste sono le ripide inversioni e non includono tutte le sparate sulla mitica vecchina che deve spendere 100 euro per comprarsi le scarpe, la quale in ogni caso non sarebbe stata tracciata dato che quel provvedimento coinvolgeva professionisti quali dottori, dentisti, avvocati, ecc..o le esternazioni alla Borghezio durante la campagna elettorale di Cota.
C'è tanta carne al fuoco. Sarebbe bello se il Ministro dell'Economia annunciasse la sua linea economica per il futuro del paese. Gli chiedo solo di formulare una visione di lungo periodo, mentre sembra che Tremonti rincorra una personalissima utilità di breve che al paese non fa tanto bene.
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