domenica 30 giugno 2013

La Idem, le dimissioni e la retorica del menopeggio

Il caso della Idem si presta a diverse riflessioni e non fa mancare qualche spunto ironico (vedi forum e blog di Spinoza). In tanti, a cominciare da Gilioli, hanno vivisezionato gli errori dell'olimpionica mettendo in luce come non abbia alcun senso usare le vittorie sportive per rispedire al mittente un mare di critiche inerenti il mancato pagamento delle imposte. Così come è offensivo far passare l'idea che un Ministro possa permettersi di ignorare le scocciature burocratiche che inquinano la vita di tutti i comuni mortali.

Ma su tutte queste considerazioni aleggia un'idea di fondo che caratterizza il PD: l'idea del menopeggio. E su questo spiace dirlo, ma il PD offre ottimi assist ai giornali che acriticamente appoggiano Berlusconi. Quando la Idem sbaglia, pensa di poter mantenere la poltrona soltanto perché lei ha buone intenzioni. Tralasciamo il fatto che le buone intenzioni se le è autocertificate: come potete intuire è un fatto secondario. Anzi, per assurdo, diciamo che la Idem è veramente onesta e ha ottime intenzioni (cosa che personalmente penso). Ma in politica non si giudicano le intenzioni: si valutano le azioni e l'effetto che esse stesse producono. L'idea del "noi siamo buoni, gli altri son cattivi", non è altro che l'evoluzione del concetto (stupido) che porta ad adottare due pesi e due misure per valutare stesse azioni commesse da persone diverse. Ed è questo l'assist che il PD non smette di offrire al PdL e ai suoi detrattori. Lo fa quando sbertuccia la Gelmini per il tunnel dei neutrini, e poi propone gente come Boccia che, oltre ad aver perso tutte le elezioni immaginabili, dimostra un'elevata impreparazione e spara cazzate su F35 con patetiche scuse per non ammettere l'errore.

Forse una volta per tutte è bene chiarire alcuni concetti. La politica è un mestiere che non può concedere sconti. Se sbagli sei fuori (Briatore's style). Non perché si vuole elogiare un cinismo sfrenato, o perché si vuole godere davanti alle disgrazie del potente di turno. L'intransigenza è il prezzo da pagare se si vuole esaltare il valore dell'esempio che deve nascere dalle azioni del politico. Poi la vera sfida è quella di tenere dritta la barra dell'intransigenza senza scadere nella presa in giro o nella denigrazione della persona che sbaglia. In pratica la Idem resta un esempio per gli sportivi, resta una persona da invitare nelle scuole perché ha una storia di sacrifici e tenacia che può fungere da stimolo per i giovani, ma per fare il Ministro tutto questo non basta.

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