sabato 27 marzo 2010

Quelli che votano scheda bianca per non sporcare?

Se c'è una cosa che la mia piccola esperienza mi ha insegnato è che è difficile aspettarsi grandi cose da persone mediocri. Grazie alle lotte dei veri paladini della libertà noi oggi viviamo in una democrazia, ma se ci guardiamo un attimo intorno capiamo in due secondi che questa massa di debosciati non si merita tanta grazia. L'italiano medio è stato ben descritto dalla canzone degli Articolo 31, e dopo più di cinque anni siamo riusciti nell'impresa di peggiorare. La vera democrazia non sta nella libertà di mettere una croce su una scheda e poi andare da Silvio a rispondere "Sìììì" o "Noooo" a comando, e non è neanche fare un comportamento duale odiando a prescindere quello che dicono i guelfi. Con buona pace di Schifani (che difatti rappresenta un' istituzione, ma non si sa quali meriti culturali abbia) la vera democrazia sta nella partecipazione attiva dei cittadini, che non devono sentirsi obbligati a fare politica, ma devono sentire il dovere morale di informarsi e di avere la piccola ambizione di elaborare un pensiero personale di senso compiuto.

In Italia abbiamo una massa enorme di analfabeti di ritorno, gente che, se la dai un articolo di giornale da leggere, non sa poi spiegarti cosa c'è scritto. Se la politica cade in basso non è solo perchè abbiamo i populisti al Governo (e anche all'opposizione), ma perché c'è un pubblico che ha la capacità cerebrale di un insetto e trova appagamento nella logica manichea. Del resto siamo tutti un po' vanitosi e ciascuno di noi si sente gratificato quando ascolta qualcosa che gli risulta comprensibile.

Le piazze riempite dai partiti sono state l'esaltazione del nulla, della politica scontro, della logica del "noi amiamo, voi odiate" o del "noi siamo onesti, voi rubate". Ma è questa la politica che avevano in mente i grandi pensatori dell'Antica Grecia? La tanto celebrata evoluzione sociale, che si è trascinata per secoli, voleva arrivare a questa dialettica?

La delegittimazione della cultura e la distruzione dell'istruzione messa in atto dal Ministro Gelmini, coi suoi tagli a pioggia, non lascia grandi previsioni per il futuro. Un paese senza cultura e senza l'amore del sapere non può essere un vero paese democratico.

2 commenti:

  1. Domanda: e la respknsabilità di questo decadimento dove risiede ?

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  2. in genere si dà tutta la colpa alla politica. Di certo al decadimento concorrono più cause. Alla base di tutto credo che ci siano gli italiani. Siamo un popolo appagato che non ha "fame" e non ha coscienza di quello che ha e di quello che bisogna fare per mantenere quello che abbiamo. La politica esprime il vuoto della società. Se senti il parlar popolare ti accorgerai che quando si dice "quello lì fa politica", non si intende dire che fa proposte, ma piuttosto che fa questa politica da quattro soldi.
    Abbiamo tolto il significato alla parola "politica" e non capiamo che in democrazia tutto nasce da noi. Se in tanti restano culturalmente passivi (non si interessano, non si sforzano di capire, non capiscono la centralità della cultura,..) la democrazia può morire

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