A sentire le dichiarazioni post elezioni han vinto tutti. Forse qualcuno esagera, ed ora provo a stilare una personale classifica.
1) Lega Nord. Ha imposto due governatori al PdL e ha vinto in entrambe le regioni. Gran parte dell'attenzione mediatica si è concentrata sulla vittoria di Cota perché era inaspettata, ma a mio avviso ha più significato quella di Zaia. La vittoria era preannunciata, ma il PD è stato doppiato, la Lega si è confermata primo partito di Governo nel Veneto e il Ministro dell'Agricoltura è stato uno dei pochi uomini di Governo a ricevere un plebiscito popolare.
2) Beppe Grillo. Ieri ho seguito lo spoglio su corriere.it (Vespa è inguardabile, ormai quel format appartiene all'archeologia della comunicazione), e sentivo gli interventi dei vari Romano, Battista, anche dell'ottimo De Bortoli. Per tutti il movimento di Grillo si riassume con l'espressione magica "voto di protesta". L'espressione non mi trova d'accordo. Grillo ha usato il web, ma lo ha usato con intelligenza, non come certi parrucconi che usano il web come se fosse la televisione. Poi va anche detto che il movimento 5 stelle avvicina elettori delusi dalla politica, ma di norma avvicina persone con un livello culturale medio alto, interessate alla politica e desiderose di vedere proposte concrete. Sul sito di Grillo c'è un programma di 11 pagine con l'elenco delle idee dominanti e mi pare molto più concreto rispetto ai discorsi fumosi (e anacranostici) della vecchia politica.
Da notare che Grillo va forte tra giovani e abitanti delle città, ovvero le avanguardie. Il 7% in Emilia Romagna resta un dato strabiliante.
3) Vendola e Polverini. Ora tutti a festeggiare con Nichi e Renata, ma quanto hanno dovuto sudare questi due per ottenere la candidatura? Ringrazio Vendola perché ha ridimensionato D'Alema e il (finto) giovane Fitto. La Polverini ha avuto la meglio sulla Bonino, e a Roma, ieri sera, c'era tutto l'entourage del PdL a festeggiare. Chissà dov'erano quando Feltri e B. mugugnavano per la sua candidatura.
5) PdL. Come sempre Berlusconi si prende i meriti della coalizione, dimenticandosi che uno spostamento di voti da PdL a Lega è sinonimo di disaffezione nei suoi confronti. Il risultato del partito dell'amore è stabile rispetto alle europee, se non in lieve calo.Il Governo del fare è il migliore tra i Governi europei, o meglio, è il più apprezzato dai cittadini. Tanto per azzardare un paragone, Sarkozy ha subito una legnata pazzesca. Ma dietro ai "p.i.g.s." non c'è la Francia, bensì l'Italia. Forse monopolizzare l'informazione serve a qualcosa?
5) UDC - IDV. Tutti han detto che Casini ha perso. A dire il vero ha perso solo in Piemonte, per il resto ha centrato parte dei suoi obiettivi. La Poli Bortone si è mostrata un'ottima candidata in Puglia, nel Lazio credo sia stato decisivo, e dove ha corso da solo non ha sfigurato (vedi Lombardia e Veneto). Non ha fatto un figurone, ma di certo non deve essere insoddisfatto. Invece Di Pietro, avendo un partito non radicato nel territorio, dovrebbe subire le elezioni locali, ma l'IDV ha arginato la presunta emorragia di voti.
6) PD. Le 7 regioni vinte sono il massimo, però resta l'impressione di un partito che non decolla. Lo metto dietro al PdL perché nel PD stanno già litigando, con la "rivolta" degli ex Margherita. In questo gruppo ci stanno pure i Radicali, scottati dalla sconfitta della Bonino.
7) Verdi, Comunisti, ecc.. Al circo.
Ma che fine ha fatto "paneecicoria" Rutelli?
1) Lega Nord. Ha imposto due governatori al PdL e ha vinto in entrambe le regioni. Gran parte dell'attenzione mediatica si è concentrata sulla vittoria di Cota perché era inaspettata, ma a mio avviso ha più significato quella di Zaia. La vittoria era preannunciata, ma il PD è stato doppiato, la Lega si è confermata primo partito di Governo nel Veneto e il Ministro dell'Agricoltura è stato uno dei pochi uomini di Governo a ricevere un plebiscito popolare.
2) Beppe Grillo. Ieri ho seguito lo spoglio su corriere.it (Vespa è inguardabile, ormai quel format appartiene all'archeologia della comunicazione), e sentivo gli interventi dei vari Romano, Battista, anche dell'ottimo De Bortoli. Per tutti il movimento di Grillo si riassume con l'espressione magica "voto di protesta". L'espressione non mi trova d'accordo. Grillo ha usato il web, ma lo ha usato con intelligenza, non come certi parrucconi che usano il web come se fosse la televisione. Poi va anche detto che il movimento 5 stelle avvicina elettori delusi dalla politica, ma di norma avvicina persone con un livello culturale medio alto, interessate alla politica e desiderose di vedere proposte concrete. Sul sito di Grillo c'è un programma di 11 pagine con l'elenco delle idee dominanti e mi pare molto più concreto rispetto ai discorsi fumosi (e anacranostici) della vecchia politica.
Da notare che Grillo va forte tra giovani e abitanti delle città, ovvero le avanguardie. Il 7% in Emilia Romagna resta un dato strabiliante.
3) Vendola e Polverini. Ora tutti a festeggiare con Nichi e Renata, ma quanto hanno dovuto sudare questi due per ottenere la candidatura? Ringrazio Vendola perché ha ridimensionato D'Alema e il (finto) giovane Fitto. La Polverini ha avuto la meglio sulla Bonino, e a Roma, ieri sera, c'era tutto l'entourage del PdL a festeggiare. Chissà dov'erano quando Feltri e B. mugugnavano per la sua candidatura.
5) PdL. Come sempre Berlusconi si prende i meriti della coalizione, dimenticandosi che uno spostamento di voti da PdL a Lega è sinonimo di disaffezione nei suoi confronti. Il risultato del partito dell'amore è stabile rispetto alle europee, se non in lieve calo.Il Governo del fare è il migliore tra i Governi europei, o meglio, è il più apprezzato dai cittadini. Tanto per azzardare un paragone, Sarkozy ha subito una legnata pazzesca. Ma dietro ai "p.i.g.s." non c'è la Francia, bensì l'Italia. Forse monopolizzare l'informazione serve a qualcosa?
5) UDC - IDV. Tutti han detto che Casini ha perso. A dire il vero ha perso solo in Piemonte, per il resto ha centrato parte dei suoi obiettivi. La Poli Bortone si è mostrata un'ottima candidata in Puglia, nel Lazio credo sia stato decisivo, e dove ha corso da solo non ha sfigurato (vedi Lombardia e Veneto). Non ha fatto un figurone, ma di certo non deve essere insoddisfatto. Invece Di Pietro, avendo un partito non radicato nel territorio, dovrebbe subire le elezioni locali, ma l'IDV ha arginato la presunta emorragia di voti.
6) PD. Le 7 regioni vinte sono il massimo, però resta l'impressione di un partito che non decolla. Lo metto dietro al PdL perché nel PD stanno già litigando, con la "rivolta" degli ex Margherita. In questo gruppo ci stanno pure i Radicali, scottati dalla sconfitta della Bonino.
7) Verdi, Comunisti, ecc.. Al circo.
Ma che fine ha fatto "paneecicoria" Rutelli?